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ACCADDE OGGI - RICORRENZE DI EVENTI ACCADUTI


ERA IL 3 LUGLIO 1827 ...



La ricorrenza di oggi rappresenta una di quelle occasioni che mi offrono il pretesto di spaziare in lungo e largo tra secoli, famiglie, discendenti, Stati diversi, e soprattutto di scoprire la società sammarchese nell'Ottocento.
Forse, a causa di tutto ciò mi dilungherò più del solito, ma spero che abbiate la pazienza e soprattutto la voglia di seguirmi, visto che vi porterò a conoscenza di fatti a voi del tutto ignoti.

Iniziamo dal cognome che ci richiama immediatamente alla mente una bellezza tipica mediterranea che risponde al nome di Manuela. Arcuri.

È ovvio che tutti vi chiederete se la nota e bella attrice ha origini sanmarchesi. Potrebbe, e mi piacerebbe inserirla tra i "Sanmarchesi su Internet", se solo avessi un minimo appiglio. Purtroppo, però, non c'è rimasto alcun Arcuri di tantissimi che ce n'erano, a cui chiedere informazioni. L'unica speranza è che Pietro Maria Salvatore Arcuri, nato a San Marco Argentano in questo giorno all'incirca due secoli addietro e del quale non abbiamo altre notizie, sia un suo lontano ascendente.

Vi chiederete se la mia disinvolta introduzione ha lo scopo di tenervi avvinti ad una storia di cui non intravedete alcun interesse, visto che vi ho già spento l'iniziale curiosità. Ebbene sì, voglio narrarvi una storia così bella da farvi dire: ma è vero quello che sta raccontando oppure sta parlando di un paese immaginario?!

L'immagine della bellezza che vi ho prospettato in anteprima non è casuale. Come pure il cognome.

La bellezza, l'eleganza, lo stile, il modo di presentarsi ... Che vuol dire? Vuol dire che sul corso, sí su quello che prese l'insignificante nome di via Roma, e allora era chiamato la strada tra le due piazze o la strada avanti le Monache, c'era chi vi squadrava dalla testa ai piedi, gente che di bellezza se ne intendeva. Eccome.

Sapeva tagliare le stoffe e mettervele addosso come una seconda pelle. Beh! certo non a tutti.
Dottori in legge, dottori fisici, cerusici, notari, speziali e farmacisti, tutti con mogli e bambini a far la fila alla bottega di Fortunato, per farsi cucire un vestito alla moda. Monelli, sfaccendati, poveri in canna, spostatevi, non è il momento. Verrà anche per voi quando l'abito o il cappello saranno buttati via.

Il piccolo palazzetto davanti la chiesa delle Monache, la bottega ampia sottostante, ambienti signorili, e già! donna Anna De Marco, la mamma, la figlia del notaio, aveva buon gusto e le giuste conoscenze: i clienti non mancavano.
E poi quella strada così centrale: il monastero, tra le due piazze, con la chiesa. Tutte monache di famiglie nobili e ricche.
Ci credo che tutti i notai si mettessero lì con il loro studio. Atti, donazioni, beneficenze, e poi tutto il seguito del vivere agiato: era la via dell'elite!

E qui ho deciso di tagliare la scena, perchè ad andare avanti provo un vuoto incolmabile. Mi capita spesso.
Corro avanti e indietro alla ricerca del prosieguo di questa o quella storia, e poi non riesco più a trovare notizie. Nessun matrimonio, nessuna morte. Ma dove cazzo sono finiti?!

A volte sembra che la mia voce sia captata da qualcuno, flebilissima, lontana, nel tempo e nello spazio.
E capita che qualcuno mi scriva: Salve, sono il pronipote di ...
E allora? Allora mi manda qualcosa come questa: roba da non crederci. Sarti in Argentina! La storia trasferita oltre mare, a migliaia di chilometri di distanza, portata lì in cerca di fortuna dal nipote di Fortunato (nomen omen!)

Esco per il solito giro lungo strade ormai deserte di un paese che sta morendo. Incontro un ragazzo di colore, un altro, un altro ancora ... Tutti in fila con auricolari e smartphone in mano e penso "La natura non fa salti" Ah, ecco! Speriamo bene. Per associazione di idee penso all'Arabia Felix e da questa a ... un caffè! Ecco cosa ci vuole: un buon caffè.
Scelgo un bar dove non ci sia sulla porta il solito avventore con una birra in mano. Entro. È nella penombra con gli occhi semichiusi e la birra sulla slot. "Prufissu, na birra? mi chiede appena capisce chi sono. " Un caffè. Grazie." "Mo figurati!" risponde infilando una moneta nella fessura della macchinetta.

Non è fortunato. Lo guardo con la coda dell'occhio mentre sorseggio il caffè e mi sovviene che ci sono complicati legami che lo apparentano con il sarto Fortunato di cui vi ho parlato.
Se solo gli spiegassi la storia dei suoi ascendenti sono sicuro che mi prenderebbe per il collo fino a strozzarmi per sapere dov'è quel dannato palazzetto, dove sono i soldi del dannato notaio e chi sono gli altri dannati eredi che gli hanno fregato tutto!!

La storia non fa salti. Di gioia, aggiungo io che conosco l'inizio.

San Marco Argentano, 3 luglio 2017

Paolo Chiaselotti

Nella pagina foto di una famiglia benestante sanmarchese, ragazzi di strada sammarchesi, Emporio Gath & Chaves dove lavorò come sarto un Arcuri

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