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ACCADDE OGGI - RICORRENZE DI EVENTI ACCADUTI


LA FIERA DELLA CONICELLA.



Santa Maria ad Nives Masolino da Panicale
Il ventotto ottobre 1823 il decurionato di San Marco, rispondendo ad una richiesta dell'Intendente della Provincia, spiegava i motivi del trasferimento della fiera della Conicella.
Di che cosa si trattava, visto che oggi non esiste alcuna fiera con questo nome? In anni recenti qualcuno ha tentato di rievocare quell'evento, ma la maggior parte delle persone ignora la lunga storia di una delle più antiche fiere della provincia.
Tutto ciò che conosciamo su questa fiera ci proviene dalla cronistoria di Salvatore Cristofaro e da una decina di deliberazioni comunali, e in particolare da quella adottata il 2 marzo 1823, con cui il Comune decise lo spostamento della fiera in altra sede.
La fiera prendeva il nome dall'omonima località a monte del paese, precisamente quel pianoro prossimo all'attuale cimitero di Cervicati, dove sorgevano la chiesa di Santa Maria di Nives e un convento cistercense, dove i monaci della Matina si trasferivano nei mesi estivi. Non sappiamo da quale anno si svolgesse questa fiera, che assieme a quelle del Crocifisso e di Sant'Antonio, era una delle più antiche del paese, ma sappiamo dalla predetta deliberazione che nel 1809, a seguito della soppressione dei monasteri cistercensi attuata dal governo di Gioacchino Murat, la Conicella non offriva più le condizioni indispensabili allo svolgimento della fiera, che di conseguenza fu spostata alla Riforma. Le cause maggiori dell'impraticabilità dei luoghi, stando ai citati documenti, furono due: l'assenza dei monaci, che offrivano ai fieraioli locali e servizi, e la presenza di ladri e banditi che avevano eletto a dimora l'antico convento.
Non sappiamo quando fu eretto il complesso religioso, ma il fatto che sul luogo sorgesse una chiesa dedicata a Nostra Signora della Neve (Sancta Maria ad Nives) potrebbe collocare la datazione intorno al XVI - XVII secolo, periodo al quale risalgono altre chiese dedicate alla Madonna della Neve sia in Calabria che in altre regioni. La fiera si svolgeva il giorno in cui veniva festeggiata la ricorrenza di un miracolo risalente ai tempi di papa Liberio, metà del IV secolo, quando un'improvvisa nevicata sul colle Esquilino a Roma nella notte tra il 4 e il 5 agosto, fu il presagio per la costruzione di una chiesa dedicata a Maria. Quella chiesa, ricostruita e ampliata, divenne per la sua importanza il primo tempio mariano col nome di Santa Maria Maggiore. Ma è l'originaria chiesa, con il suo miracolo della neve caduta in piena estate, a decretare la devozione popolare verso la Madonna detta da allora della Neve.
Ritornando alla nostra altura sovrastante il paese, la presenza di una chiesetta e di un piccolo cenobio cistercense fa supporre che la neve dovesse avere un qualche ruolo. Quale?
Nei tempi in cui non esistevano celle frigorifere, il freddo artificiale era una delle principali risorse per la refrigerazione e la conservazione di prodotti, soprattutto in ambito medico e farmacologico. È risaputo che i monaci erano esperti nella preparazione di medicamenti, tisane, liquori e via dicendo, e che a loro si rivolgevano la gran parte delle persone in cerca di conforti di ogni genere, spirituali e materiali. Impacchi e immersioni in acqua fredda erano di fatto un'esclusiva pratica di monaci e monache, che come risulta dai documenti, anche riguardanti San Marco, facevano largo uso della 'neve', come era comunemente chiamato il ghiaccio. Come veniva prodotto?
Nelle zone montuose o di alta collina la neve veniva seppellita entro involucri di tela e paglia in profonde buche per essere poi utilizzata nei vari periodi dell'anno, ma soprattutto d'estate per tutte le necessità.
Durante le fiere la 'neve', ovvero il ghiaccio, era una privativa dei Comuni, o 'Università', come venivano chiamati i territori omogenei con le loro amministrazioni, i quali Comuni assegnavano a questo o a quel assuntore di pubblici servizi la vendita di questo prodotto, esigendone un dazio o gabella. Esisteva quindi una gabella sulla carne, sul sale e anche una sulla 'neve'.
Durante la fiera il ghiaccio era una vera e propria 'manna dal cielo', visto che in agosto venditori e acquirenti potevano rinfrescarsi con bevande fresche o direttamente acquistando pezzi di ghiaccio. Chi ha la mia età ricorda bene quanto ricercato e prezioso fosse un pezzo di ghiaccio sottratto da un secchio in cui vi erano bibite, vino e semplice acqua, poste a raffreddare.
Insomma, ... quel miracolo di agosto del 350 circa, sul colle Esquilino, si ripeteva puntualmente, tra i meno fortunati che non potevano permettersi il trasporto del ghiaccio in casa. Ma c'era anche un'altra tradizione, che risaliva a tempi molto antichi, quella della neve con l'aggiunta del miele di fichi: il gelato, che si poteva gustare in tal modo anche d'estate, diventando una sorta di granita.
Tutto questo, che dobbiamo immaginare svolgersi su quel pianoro oggi deserto e privo di ogni traccia, visto che anche le più piccole pietre furono utilizzate nella costruzione del vicino cimitero di Cervicati, era fonte di scambi, di vendite, di acquisti durante la fiera della Conicella.
A proposito, perchè aveva questo nome? Gli derivava dalla presenza di una icona sacra, una immagine di devozione, certamente una Madonna, che doveva sorgere nei pressi di quegli edifici, lungo la strada o su una parete esterna.
Ma è verosimile che fino al 1809 vi fossero ancora i cistercensi? Non ho conoscenze tali da poterlo affermare o smentire, so soltanto che già da molti anni l'abbazia della Matina, che dobbiamo ritenere la 'casa madre' dell'asilo estivo posto sulle colline tra San Marco e Cervicati, era abbandonato. Del resto la soppressione napoleonica dell'ordine cistercense era già stata preceduta dalla breve parentesi di fine Settecento che va sotto il nome di Repubblica Napoletana, che ebbe i suoi fautori anche nel nostro Comune.
Il trasferimento, dunque, della fiera della Conicella, dall'omonima località nell'area antistante il convento dei Minori Francescani, ovvero la Riforma, forse avvenne in epoca anteriore. In ogni caso, dalla deliberazione sopradetta, si evince che in località Matina si svolgeva analoga fiera denominata di Santa Maria della Matina. È probabile, però, che si trattasse della stessa fiera trasferita per motivi che non conosciamo -forse per l'eccessivo caldo in pianura- in una località più a monte.
Ritornando alla deliberazione da cui siamo partiti, con la quale il Comune spiegava i motivi di un ulteriore spostamento dell'antica fiera della Conicella dalla Riforma a valle, nelle proprietà Valentoni in località Matina, va subito chiarito che la nuova ubicazione altro non era che l'antico complesso abbaziale dei cistercensi.
La deliberazione è importante perché contiene tutti i principali dati intorno a questa storica manifestazione. Senza aggiungere altro, rinvio pertanto ad essa il lettore perché ne possa trarre informazioni e considerazioni personali.

San Marco Argentano 28.10.2021

Paolo Chiaselotti


In alto il dipinto di Masolino da Panicale raffigurante il papa Liberio mentre traccia sulla neve la pianta della costruenda Basilica di Santa Maria Maggiore

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