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L'ANTISTORIA

MELAZ E MARCO BOEMONDO (5° ed ultimo episodio)

Nella precedente puntata Dalimanno accetta le condizioni poste da Boemondo, ne accetta l'amicizia e si prodiga in tutti i modi verso i cristiani.

Capitello Saint Leonard Noblat Ordinava anche di liberare tutti i prigionieri trattenuti nella sua regione. Ovunque cercati, una volta trovati vengono accompagnati, vengono ben vestiti da Dalimanno e quindi portati a Boemondo, che, per evitare di farli cadere nelle false verità dei pagani, li mette immediatamente assieme ai compatrioti per essere destinati ai diversi lavori, in aggiunta e in aiuto dei compagni.
Riccardo e Sarkis, compiuta la missione, dopo quindici giorni sono di ritorno, portandosi dietro un grosso contingente di Cristiani. Dalimanno ordinò di riceverli con i massimi onori e di preparare le pietanze tipiche delle loro tradizione, e li rifornì abbondantemente di quanto fosse necessario. Quindi Boemondo e Dalimanno firmarono la pace predisponendo nel giro di tre giorni tutti i preparativi necessari. Quindi Boemondo, Riccardo e i compagni uscirono lieti dalla loro condizione di prigionia e, come Zorobabele e Nehemia, benedissero il Signore Dio d'Israele. Dalimanno e i suoi ottimati, esultanti, per esser a loro volta liberati, per un po' li guidarono subdolamente, con il proposito di recar danno in qualche modo ai Cristiani, approfittando del viaggio. Ma, grazie a Dio, non vi riuscirono. Infatti, gli stessi temevano questi fedeli, e pertanto procedevano armati come fossero pronti a combattere; pur se per misura di sicurezza all'apparenza ostaggi, infine raggiunsero i luoghi sicuri prestabiliti.
Infine Dalimanno chiese il permesso agli alleati di poter ritornare in quanto amico e accettata che fu la sua richiesta, fece ritorno, col rimpianto di non aver potuto arrecar loro danno cammin facendo, con qualche stratagemma.
La previdente Melaz con servitori, eunuchi e nobile parentado, uscita dalla dimora del padre, e con tutti i suoi cari, si era unita ai Cristiani come fosse una di loro, similmente a Bithia, la figlia del Faraone, quando si salvò assieme a Mosè e agli Ebrei dalle piaghe che colpirono gli Egizi. Gli Antiocheni, pieni di gioia, andarono incontro a loro, da tempo attesi, e il clero e tutti benedissero il re Adonai, salvezza di coloro che si affidano a Lui. Quindi Boemondo mandò in Francia il suo compagno di cella, Riccardo, con le catene d'argento da destinare a San Leonardo confessore come ringraziamento ex-voto della sua liberazione.

Boemondo, dopo che la generosa Melaz era rinata nel sacro battesimo, nel convento riservato ai nobili al momento opportuno così le parlò: «Nobile fanciulla, che ancorché pagana ci soccorresti in modo inatteso e meraviglioso, che ad ogni tuo legame familiare anteponesti il Signore Gesù, e lo amasti benignamente in noi, che gli apparteniamo nel corpo e nello spirito, per cui andasti incontro all'ira del tuo genitore a rischio della vita, scegli di noi lo sposo che più ti aggrada, in nome di Cristo. Non è corretto da parte nostra opporci in alcun modo alle tue giuste richieste, visto che ti siamo fortemente debitori, per i tuoi predetti meriti. Prima, però, ascolta il mio consiglio, che, cara amica, spero ti sia proficuo. So bene che mi sei stata promessa dal tuo genitore; ma desidero prospettarti qualcosa di meglio, e ascolta con attenzione per quale motivo. Fin dall'adolescenza sono stato un uomo irrequieto, e vivendo di lavoro, ho sopportato molte difficoltà, e temo che me ne attendono di peggiori. Infatti, ho conflitti con l'imperatore e con gente d'ogni dove. Inoltre, quando ero in carcere, feci un voto al Signore, che se mi avesse liberato dal giogo pagano, sarei andato da San Leonardo, nel territorio dell'Aquitania. Ti espongo queste giustificazioni con affetto sincero, perché non voglio vederti, più che fossi una figlia o una sorella, in alcun modo dispiaciuta, nè iniziare un'unione coniugale, di cui dopo poco abbia a pentirtene. Che gioia, o piacere avresti in una nostra unione, se appena dopo le nozze io dovessi iniziare un viaggio lunghissimo per mare e per terra, quasi ai confini del mondo? Di fronte a ciò, mia signora, scegliti qualcosa di meglio. Qui c'è Ruggero, figlio del principe Riccardo, mio cugino, più giovane di me, che non ha pari in bellezza, nobiltà, ricchezza e potere. Lo lodo perché è lo sposo per te e spero che tu viva a lungo con lui.»

Tutti gli intervenuti confermarono la decisione del saggio condottiero. La prudente fanciulla entrò facilmente nelle grazie dei tanti eroi presenti. Ruggero, allora, con gioia e onore accettò la mano della fanciulla. Le nozze furono celebrate tra la condivisione generale e il tripudio di tutta la città di Antiochia; Boemondo e gli altri più insigni rappresentanti nazionali furono gli anfitrioni. E questo fece sì che sei anni dopo, morti Boemondo e Tancredi, Ruggiero fosse messo a capo del principato di Antiochia, ma due anni dopo, sceso in campo con settemila Cristiani, fu ucciso a Sarmata, in Persia, dall'Emiro Ilghazi.
[Così conclude l'Historia Ecclesiastica Orderico Vitale]
Dei cambiamenti delle cose temporali e dei casi umani già parlai a lungo, e molto resta da dire nei tempi a venire, sempre
che mi sarà compagna la vita. Qui termina il libro della Storia Ecclesiastica e a me, ormai stanco, mi sia dato un po' di riposo!

San Marco Argentano, 26 maggio 2023

Paolo Chiaselotti
Nell'immagine in alto un capitello della Collegiale di San Leonardo a Noblat (Francia) dove Boemondo si recò (o mandò un suo delegato secondo il passo sopra riportato) per adempiere al voto della sua liberazione, donando delle catene d'argento.
Il testo sopra è una traduzione personale del racconto in latino di Orderico Vitale.
Testo consultato: "Patrologiae cursus completus: sive biblioteca universalis ...", Volume 188, di Jacques-Paul Migne 1853, "Historia ecclesiastica", Ordericus Vitalis, Tomus CLXXXVIII, pars III liber X cap. XXI, XXII, XXIII, pag.774 e seguenti (digitalizzato da Google)


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