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L'ANTISTORIA

CRESCIUTI A PANE E CRONISTORIA ...

Cresciuti a pane e cronistoria Una generazione intera, me compreso, è cresciuta a "Pane & Cronistoria", per cui tutte le cose che sappiamo sul nostro passato sono il frutto o della lettura diretta o del racconto di brani tratti dalla Cronistoria di Salvatore Cristofaro.
Nessuno, a quel tempo, ci aveva avvertiti che quel grande 'barattolo', confezionato con cura dal nipote dell'autore, il cav. avv. Francesco Cristofaro, avesse una scadenza, eppure sarebbe bastato guardare sul retro del contenitore per rendersi conto che il prodotto era avariato.
Ognuno di noi intingeva in quel barattolo un dito, per trarne quel poco che bastava a soddisfare un piccolo appetito culturale, leccarselo e dire beato: "Ah, com'è bella la nostra storia!"
Il guaio è che, a furia di leccare, abbiamo combinato piccoli e grossi guai, chi impiastricciandosi solo le labbra e chi invece lordando con le dita ancora unte gli altri che gli stringevano la mano per congratularsi con lui.
Insomma quella che credevamo essere una sostanziosa colazione culturale si è rivelata purtroppo non un surrogato di storia, ma un impasto di alcune cose genuine e di molti scarti di lavorazione. Non possiamo, tuttavia, addossare la responsabilità a chi ha confezionato gli ultimi barattoli, ovvero il nipote dell'inventore dell'appetibile prodotto, visto che aveva scritto a chiare lettere di non abusarne e soprattutto di fare attenzione ai componenti, molti dei quali ad un attento esame erano risultati purtroppo alterati e altri inesistenti.
Forse è opportuno che io trascriva per intero le avvertenze finali dell'esimio nipote dell'altrettanto esimio autore della Cronistoria, perché si possano prendere, anche se in ritardo, le contromisure per impedire di essere considerati ignoranti e presuntuosi.
"Scrivendo in buona fede alcuni di cotesti scrittori hanno seguito, è vero, troppo fiduciosamente gli eruditi del riconoscimento, il Barrio, il Marafioti, il Gualtieri e gli altri, che pure, essendo forniti di sana dottrina, miravano all'Apologia piuttosto che alla storia dei paesi che hanno preso ad illustrare. Oggi è provato nel modo più evidente che il Marafioti e lo Zavarroni inventarono addirittura le fonti, da cui pretendevano trarre i documenti storici a provare le loro congetture; non meno sospetto anche sullo stesso tema è il Gualtieri.
Scrivendo in buona fede dopo due secoli, molti dei nostri scrittori calabresi hanno acquisito alla biografia il famoso trattato di Paolo [Gualtieri], inventato di sana pianta dal Marafioti, e parecchi accettarono l'epigrafi e le citazioni immaginate dallo Zavarroni, non meno abile falsificatore di Pietro Ligonio. La loro patriottica vanità è compensata da buoni e forti studi sulla tradizione storica documentata da tempi meno incerti, dalle ricerche accurate dei monumenti e dei titoli degli Archivi, ignoti alla maggior parte degli studiosi.
Or chi vorrebbe tener dietro a tale accusa non si farebbe una idea chiara delle condizioni dell'autore, né delle fonti, che più o meno ha potuto consultare."
Forse sarebbe il caso di ricorrere a qualche rimedio, intanto togliendo dal mercato culturale le zone che risultano palesemente adulterate e, poi, somministrando, a piccole dosi, alcuni antidoti come la competenza, la serietà degli studi, l'accertamento delle fonti ecc. ecc.
A me pare che i presupposti ci siano, ad iniziare da coloro che per primi 1 hanno messo in dubbio 'verità' ritenute assolute, seguiti da altri giovani, che con passione e competenza dedicano parte delle loro ricerche ad aspetti inediti della nostra storia.
Io, da antistorico, debbo confessare che ogni tanto vado a ficcare un dito in quel caro, vecchio barattolo, ma solo per un'inveterata abitudine, visto che oramai l'ho vuotato da tempo.

San Marco Argentano, 12 settembre 2023

Paolo Chiaselotti
Nota: I nomi citati, come Barrio, Marafioti, Zavarroni, assieme ad altri, sono le cosiddette fonti certe da cui sono state tratte notizie sulle origini di San Marco e sui Martiri Argentanesi. La cronistoria di Salvatore Cristofaro, come noi la conosciamo, è in realtà un prodotto editoriale confezionato dal nipote, sulla base di uno o più manoscritti dello zio, corretti e integrati, per cui è arduo capire quanto sia attribuibile esclusivamente all'autore. Il libro, tuttavia, resta una testimonianza della cultura dell'epoca, in massima parte patriottica e apologetica e, per alcuni eventi, come la nascita della Massoneria e dei circoli politici, un documento unico.
1In tempi recenti il prof. Onorato Tocci ha evidenziato le molteplici incongruenze documentali relative ai tanti luoghi comuni della nostra storia, seguito dal prof. Ruggero DeRosa e, a quanto leggo sulle rispettive pagine Facebook, da altri che hanno esperienza e competenza in materia.


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