LA STORIA LE STORIE - INDICE
LA FONTANA
Racconto di Porfidio Curlotti


5. Un affare di giunta.
Quanto fosse vero il detto che la notte porta consiglio lo accertò il sindaco dopo una accesa controversia con la moglie culminata in un'altrettanto infuocato rapporto sessuale. La coppia che alternava lunghi periodi di astinenza a improvvisi e impetuosi appetiti, stava discutendo sulla nuova identità delle tre donne. Mentre la moglie spiegava in ogni dettaglio come le epaiche attirassero gli uomini nei postriboli del tempo, scoprendosi il petto e mostrando i seni ai passanti, il marito rifletteva preoccupato sulla licenziosità dell'argomento e, soprattutto, sull'opportunità che sua moglie ne parlasse disinvoltamente in un convegno.
La moglie accompagnava le sue dotte spiegazioni con gesti che lungi dall'essere volgari o allusivi, mettevano in mostra le sue belle mani, ora protese in avanti a palmi in su, ora con le dita aperte o leggermente ruotanti in un impercettibile movimento che alludeva allo scoprimento dei seni.
Si trattava nient'altro che della naturale gestualità che accompagna un discorso ed esplica un concetto, ma la parola 'offerta' e la visione di quei gesti risvegliavano nel sindaco il ricordo delle sculture che sorreggevano i seni con le mani.
"Ah, le offrivano" disse con un filo di voce "non le mostravano soltanto ...", quasi volesse appagare una semplice curiosità, mentre in realtà tentava di camuffare decenza e orgoglio. Eh, sì, perchè gli accadeva che ogni qualvolta la moglie si lasciava andare a spiegazioni sull'arte classica, egli provava una strana pulsione fatta di sentimenti e sensazioni contrastanti. Gli argomenti di cultura che la moglie lo costringeva ad ascoltare li giudicava insopportabili e noiosi, e facevano crescere in lui il desiderio di farla tacere, gridandole addosso volgarità di ogni sorta e finanche immaginando di compiere su di lei atti osceni. Riusciva a mascherare questo impulso fingendo interesse, modulando la voce su tonalità che cercavano di imitare la voce di lei, accostandosi quasi a voler manifestare un'adorazione per una donna così colta e intelligente. Accadeva così che mentre lei continuava a parlare lui cominciava ad accarezzarla, a toglierle lentamente qualche indumento per poi possederla quasi brutalmente, ripetendo ossessivamente e con voce sempre più ansimante "Brava, brava, brava", fino al culmine dell'orgasmo. Subito dopo sprofondava in un sonno profondo. Lei lo lasciava fare, anzi misurava l'interesse per ciò che stava esponendo dalla rapidità dell'orgasmo.
Questa volta non accadde nulla di simile, perché i pensieri del sindaco si concentrarono tutti sull'immagine di un pubblico sghignazzante e sulle battute volgari che gli sembrava di udire distintamente. Il sindaco, in una seduta di giunta appositamente convocata, annunciò con grande enfasi che San Marco si avviava a diventare la meta di studiosi provenienti da ogni parte del mondo. Il merito era di sua moglie, la professoressa Carracchio, che aveva scoperto la vera identità delle tre figure in pietra che ornavano la fontana di Santomarco.
"Tre puttane greche" esclamò senza pudori o imbarazzi di sorta "altro che le tre mogli virtuose del Guiscardo!" A nessuno venne in mente di obbiettare che le mogli erano soltanto due e la terza era la Virtù, per il semplice fatto che si trattava di argomenti riguardanti perditempo e sfaccendati, mentre la notizia che si trattasse di tre puttane, moderne o antiche non aveva alcuna importanza, aveva attratto l'attenzione e l'interesse di tutti. Nell'ilarità generale, non essendoci in giunta, ma neppure tra i consiglieri alcuna donna, il sindaco proseguì il suo intervento con tono, questa volta, quasi aulico, spiegando che sua moglie, che di storia se ne intendeva come nessun altro, gli aveva assicurato che le pacchie, o qualcosa di simile, erano prostitute che attiravano i passanti scoprendosi il petto. "Ma parliamo di anni anni e anni fa" aggiunse non essendo in grado di distinguere le diverse epoche storiche.
Alla fine del discorso l'assessore al turismo, scelto per questo incarico perché aveva riadattato una sua vecchia casa trasformandola in un Bed & Breakfast, fu il primo a congratularsi con lui. La bella trovata, come egli la definì, era un'occasione irripetibile per incrementare il turismo nel paese, perchè avrebbe portato non solo gli studiosi, e il primo convegno bisognava organizzarlo come Dio comandava, ma anche un sacco di turisti da ogni parte del mondo. L'assessore alla cultura, che era socio del circolo, si ricordò delle parole del maestro Giubbili e volle precisare che le prostitute non erano greche ma pachistane: "Non vorrei contraddire la sua dotta e gentile signora" si giustificò esprimendo nel contempo qualche preoccupazione sulla possibilità che gli studiosi, per vendicarsi della figuraccia fatta con la loro attribuzione, potessero a loro volta mettere in dubbio le parole della professoressa "alla quale va tutta la mia stima e il mio rispetto, essendo l'insegnante di mio figlio". Ma la questione non sollevò la benchè minima preoccupazione degli altri colleghi e del sindaco, il quale fece notare che più gli studiosi, sua moglie compresa, si fossero accapigliati sull'argomento tanto maggiormente il convegno si sarebbe prolungato nel tempo, coinvolgendo sempre più nuovi studiosi. "Potremmo, sempre che la sua gentile consorte, signora professoressa, sia d'accordo, partire con un primo convegno dal titolo: 'L'antica Argentanum e la prostituzione indo-europea'"
La proposta dell'assessore piacque a tutti, sindaco compreso che volle precisare: "Se permettete, mia moglie ha solo il merito di aver scoperto un fatto di inaudita portata storico-patriottica, quanto al resto, è chiaro che l'argomento è cosa di uomini." Un applauso fu il segnale della generale approvazione di un progetto politico anch'esso di inaudita portata storico-patriottica.
Nessuno di loro poteva prevedere un evento tragico ed inaspettato che sconvolse quel piccolo centro dell'entroterra calabrese ...
(Il racconto potrebbe continuare su quattro diverse direttrici, a scelta dei lettori: il ritrovamento del cadavere del sindaco nella vasca della fontana, l'apertura di un porno-shop a fianco della fontana, un terremoto di magnitudo 7.8 della scala Richter, la morte dell'autore).
La Fontana racconto di Porfidio Curlotti