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ACCADDE OGGI - RICORRENZE DI EVENTI ACCADUTI


ERA IL 3 DICEMBRE 1897 ...




Alle ore 23 e 20 del tre dicembre 1897 nacque a San Marco Argentano in una casa (non sappiamo quale) di vico dell'Oglio Azzone Ubaldo della Torre.
Il nome altisonante non deve indurre in inganno: non si trattava dell'erede di qualche famiglia blasonata dell'epoca ma di un bambino i cui genitori decisero di non rivelarsi. Non era infrequente allora che, per una serie di motivi che non stiamo qui a discutere, le madri decidessero di partorire nell'anonimato e l'unica annotazione che veniva trascritta dall'ufficiale dello stato civile nell'atto di nascita era all'incirca la seguente: nato da donna che non intende essere nominata e da padre ignoto non legato a lei da vincolo di parentela.
Lo stesso giorno fu trascritta anche la nascita di una bambina; questa volta, senza pretese nobiliari di facciata ma con riferimento alla bellezza naturale di un noto fiore dall'azzurro intenso.
Negli anni precedenti l'Unità d'Italia gli abbandoni erano molto frequenti, sia presso la casa della codiddetta Pia Ricevitrice e sia presso abitazioni private. Con il bambino spesso venivano lasciati biglietti con la richiesta del nome da dare o piccoli segnali per futuri riconoscimenti. Nel caso di cui ci stiamo occupando il doppio nome dato al neonato fa supporre che vi sia stata una precisa indicazione. Il nato fu affidato per l'allattamento e le cure ad una donna che aveva avuto il proprio figlio sette mesi prima: si chiamava Maria Raffaela Carnevale, aveva ventisette anni, ed era sposata con Giuseppe Drago un calzolaio originario di Lattarico.
L'affidataria abitava in via dello Storno, una strada attigua a quella in cui era stata dichiarata la nascita di Azzone Ubaldo. Potrebbe essere accaduto che la madre abbia partorito nella casa della donna cui il bimbo fu affidato, ma questo non possiamo dirlo con certezza, né se fra le persone in questione vi fosse conoscenza o parentela, sta di fatto che Antonio Drago, il figlio di Raffaela, e Azzone Ubaldo Della Torre ricevettero il primo nutrimento e le attenzioni materne dalla stessa donna. Si chiamavano fratelli di latte i bambini allevati e cresciuti alternandosi al seno della madre vera e della sostituta alla propria.
Che fine facevano poi questi bambini? Il più delle volte venivano avviati ad una delle tante strutture preposte alla crescita dei minori cosiddetti illegittimi, altre volte erano affidati a famiglie che se ne prendevano cura come fossero figli, senza però mai adottarli dando loro il proprio cognome. In alcuni casi i genitori naturali, singolarmente o entrambi, provvedevano al riconoscimento dopo anni, ma di solito quando gli stessi avevano raggiunto la maggiore età, il che fa supporre che dietro alcuni riconoscimenti vi fossero di fatto adozioni mascherate.
Abbiamo trovato un caso di riconoscimento di nato da parte di una donna che all'epoca della nascita aveva solo undici anni! Il sospetto che potesse trattarsi di una "falsa" adozione era fondato, ma purtroppo scoprimmo dagli atti di un processo che si trattava della vera madre stuprata in tenera età!
I casi di infanti abbandonati, rifiutati, non riconosciuti e via dicendo nel corso dell'Ottocento furono numerosi. Nelle ricerche fatte e pubblicate nell'Ottocento dietro l'Angolo i lettori possono trovare alcune pagine dedicate a questo argomento e altre riguardanti casi particolari che sarebbe lungo e complicato ricordare. Va detto, comunque, che in taluni casi l'affidamento a persone e famiglie che emigrarono e portarono con sè questi fanciulli, furono all'origine di dolorosi casi di mancato riconoscimento di diritti per i discendenti, fanciulli spesso registrati allo sbarco non con il cognome anagrafico ma con quello della famiglia o della persona affidataria.
Non sempre, però, le vicende si risolsero in aspetti negativi. Essendo stato testimone di racconti fattimi da discendenti di tanti emigrati posso ben dire che non furono pochi i casi di persone che dalla loro nascita seppero trarre la forza per un'esistenza ricca di amore e di legami profondi con i luoghi di origine. Narrazioni orali, racconti scritti, poesie sono testimonianze di eventi che continuano ad arricchire queste pagine e soprattutto i miei sentimenti.


San Marco Argentano 3 dicembre 2017

Paolo Chiaselotti

In alto un ritratto di Azzone Visconti signore di Milano nella prima metà del XVI secolo
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