UN 'MARVIZZO' ROMANO ... DI MONGRASSANO

Come oggi, il dodici novembre di oltre due secoli fa, esattamente nell'anno 1809, si presentò nella
sede del municipio, Carmine Romano, un forese abitante con la moglie Angela Rosa Matanò
nel quartiere denominato il Puzzillo (oggi via Tarrutenio), per dichiarare al sindaco di turno,
don Giuseppe Selvaggi, la nascita del primogenito Domenico Maria.
Carmine poco più che ventenne non avrebbe mai immaginato che la nascita del suo primo
figlio, all'alba del nuovo governo bonapartista, sarebbe stata l'inizio di un'indicibile serie
di sventure che lo avrebbero perseguitato per un quarto di secolo.
Chi era Carmine Romano?
Era stato affidato alla nascita alla protezione della Beata Vergine con il battesimo avvenuto
il 20 luglio 1788 a Mongrassano e il nome di Carmelo Maria. Il padre Pietro, soprannominato
Marvizzo, morì quando Carmine aveva appena sedici anni, l'età giusta per
provvedere a sé stesso e alla madre Santa Pirri, che lo lasciò per sempre dieci anni dopo,
nel 1805.
Non sappiamo esattamente come e quando Carmine conobbe Angela Maria Matanò, nata a San Marco
da Arcangiolo e Vittoria Cicirelli, ma è molto probabile che divenne furisu del padre
di lei, con le mansioni di garzone addetto ai lavori agricoli nelle sue terre. Non perché
ne abbia trovato documentazione, ma sapendo che un'altra figlia di Arcangelo aveva sposato
un tal Leonardo Perrotta, posso supporre che l'abitazione del Puzzillo dove nacque il primo e
ultimogenito di Carmine fosse quel palazzotto al termine dell'attuale via Pasquale Candela dove
un piccolo arco funge da scala di accesso.
Immaginando che lì, di fronte alla casa di Ignazio del Pietro, che fu sindaco nello stesso anno
a cui ci riferiamo, nacque il figlio di Carmine e di Angela Rosa Matanò, credo che chi conosce
il nostro centro storico possa farsi un'idea dei luoghi da cui ha inizio la storia di Carmine,
arrivato da Mongrassano in cerca di un futuro migliore.
Con la nascita della figlia della coppia, battezzata col nome di Maria Maddalena il 12 gennaio 1814,
ebbe inizio nel volgere di pochi mesi la scomparsa delle due donne di casa Matanò. Tra aprile e
maggio di quell'anno Angela Rosa e la sorella Michelina, quasi coetanee, morirono, lasciando i rispettivi
mariti Carmine Romano e Leonardo Perrotta vedovi.
Che il 1814 si annunciasse sotto cattivi auspici per i primi nati, e anche per il regime napoleonico,
può verificarlo chiunque sia convinto dell'esistenza di segnali premonitori, nel nostro
caso un ritardo nella stampa dei registri delle nascite, che costrinse l'ufficiale dello stato civile
ad utilizzare un vecchio registro del 1813, cancellando l'anno e sostituendolo con l'entrante 1814.
Una premessa al nuovo registro, scritta a mano, spiega il motivo di una doppia registrazione dei primi
nati e la cancellazione dei loro nomi dal vecchio registro. Per chi ci crede, cancellare con un tratto di
penna una nascita, potrebbe essere motivo di un presagio funesto. Siano o non siano questi avvenimenti degni di
considerazione lascio ad altri giudicarlo, fatto sta che il 1814 vide la fine di Angela Rosa e di
Michelina e la caduta di Napoleone, sotto il cui nome era nato il nuovo Regno di Napoli di cui anche noi
facevamo parte.
Da qui inizia il lungo e travagliato percorso coniugale di Carmine Romano.
Della figlia non abbiamo più notizie. Egli è un vedovo senza famiglia quando lo rincontriamo,
quattro anni dopo, nella natia Mongrassano, al Piano dove dimora, il tredici settembre 1818 quando sposa
Maria Francesca di Martino del fu Pietro, nata a Fagnano nel 1796, residente nello stesso Comune con la madre.
La coppia, che non ebbe figli, si spostò a San Marco, dove meno di sei anni dopo il matrimonio
fu registrata la morte di Maria Francesca in contrada Porcagresta. alle ore sedici del nove febbraio
1824. Il cognome risulta cambiato in Spinicella, ma tutti gli altri dati di lei coincidono con quelli di
Maria Francesca di Martino, filatrice, nata a Fagnano da Pietro e Anna Maria.
Cinquanta giorni dopo, esattamente il 30 marzo 1824, Carmine si risposa per la terza volta. A San Marco Argentano.
La sposa si chiama Anna Ruggiero, ha trent'anni, è orfana di madre, è originaria di Bonifati,
e risiede anche lei a Porcagresta con il padre Salvatore. Morirà l'anno successivo,
il 26 marzo 1825.
Ventiquattro giorni dopo la morte della terza moglie, il 19 aprile 1825, Carmine Romano, trentasettenne, si
sposa per la quarta volta. La scelta cade su una giovane donna arbëreshë di San Demetrio. Si chiama
Maria Teresa Caloiro ed è vedova da due anni di Nicola Marrello, morto a Roggiano. Da atti dello stato
civile riguardanti il suo precedente matrimonio sappiamo che dalla contrada Tocco si era trasferita in
località Scarniglia dopo il matrimonio con Carmine Romano celebrato il diciannove aprile del 1825.
Di loro non sappiamo più nulla.
La storia di Carmine Romano sarebbe finita qui, se casualmente non mi fossi imbattuto nel suo nome in
un atto di morte conservato negli atti d'archivio dello stato civile di Roggiano. Dal documento risulta che
Carmine Romano, bracciale di anni cinquanta, di Sammarco, domiciliato a Roggiano, morì il trenta
novembre 1835 in una casa in affitto. Nello stesso registro, alla pagina successiva, dieci giorni dopo
fu registrata la morte della moglie di lui: si chiamava Arcangela Scalise di San Marco!
Sull'atto risulta che aveva cinquantasei anni. Nei registri dello stato civile di San Marco il suo nome
compare in occasione di due suoi matrimoni celebrati a San Marco nel 1819 e nel 1825 e anche negli atti di
morte dei mariti nel 1823 e nel 1828. Dal fascicolo del suo primo matrimonio
risulta che Arcangela Scalise aveva già alle spalle un precedente matrimonio con un uomo di Bonifati
morto l'anno precedente nelle prigioni di Cosenza. Arcangela, che dagli atti risulta essere nata a
San Marco nel 1775, era, quindi al suo quarto matrimonio con Carmine Romano.
Con la loro morte si conclude la storia di Carmelo Maria Filippo Romano detto Carmine, figlio di Pietro, alias
Marvizzo di Mongrassano.
Resta il mistero di dove sia morta la quarta moglie Maria Francesca Caloiro
e quando e dove Carmine e la sua ultima moglie Arcangela si siano sposati.
Tra le tante curiosità c'è il luogo di San Marco da cui questa incredibile storia prese
l'avvio, ovvero quel quartiere del Puzzillo dove per la prima volta andò ad abitare Carmine. Il
caso volle che fosse lo stesso in cui iniziò la storia di Arcangela Scalise. Alla fine, nonostante
avessero preso strade diverse, si reincontrarono, in un paese diverso, in una casa presa in affitto a Roggiano,
nel 1835, entrambi con alle spalle vari matrimoni e una storia costellata di misteri, incluse alcune morti
violente.
San Marco Argentano, 12.11.2025
Paolo Chiaselotti