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ERA IL 14 MAGGIO 1829 ... A SAN MARCO ARGENTANO



Gruppo famiglia Campagna  a Casello Una deliberazione, adottata dal decurionato il 14 maggio 1829, riguarda la nomina del cassiere comunale, cioè la persona delegata a riscuotere e a pagare entrate ed uscite comunali. A quel tempo non si parlava di enti, istituti di credito, banche e via dicendo, per cui la persona prescelta doveva dare ampie garanzie sia sotto l'aspetto finanziaro che morale. A fine anno i suoi conti erano sottoposti a revisione per verificare se il cassiere fosse in debito o vantasse crediti dal comune.
Il consiglio votava una terna di nomi dalla quale sarebbe poi uscito il delegato. L'ultima parola spettava all'Intendente Provinciale, ovvero al rappresentante del governo borbonico che svolgeva le funzioni di controllo e ratifica degli atti dei comuni. Nella deliberazione in questione leggiamo che la terna era composta da don Gaetano Campagna, don Giuseppe Antonio Battaglia, don Luigi Conti.
Chi erano costoro?
Don Gaetano Campagna apparteneva ad una famiglia presente a San Marco da oltre un secolo, proprietaria del fondo Casella e successivamente del palazzo acquistato dagli Alimena di Montalto. Nel 1829 il padre Nicola era ammalato (morirà nel 1831 a 42 anni) e Gaetano dovette sostituirlo nell'amministrazione del patrimonio.
Don Luigi Conti era un farmacista, figlio di don Emmanuele, notaio, che fu sindaco di San Marco negli anni 1818 e 1819. La famiglia Conti era proprietaria di terre e dell'ampio palazzo posto di fronte all'attuale municipio allora convento delle monache di Santa Chiara.
Nulla sappiamo, di Giuseppe Antonio Battaglia, tranne la presenza a San Marco del cognome, documentata nel catasto onciario del 1754. Vi erano due famiglie Battaglia entrambe composte essenzialmente da artigiani.
Nella parte conclusiva dell'atto deliberativo è riportata la dichiarazione di voto contrario del decurione don Michele Campagna, zio del citato don Gaetano, in quanto fratello del padre Nicola. Vediamo i motivi della sua opposizione.
A suo dire tutte le persone scelte non avrebbero avuto i requisiti dell'età richiesti dalla legge. Sappiamo che Gaetano aveva 23 anni, essendo nato nel 1806. Luigi Conti, nato nel 1811, aveva appena diciotto anni. Da altri documenti risulta che don Luigi Conti, nonostante la giovanissima età, dovette sobbarcarsi l'onere del mantenimento dei fratelli, probabilmente per il sopraggiungere di qualche malattia del padre morto nell'ottobre dell'anno successivo.
Ciò che colpisce nella dichiarazione di voto contario di don Michele Campagna è un altro motivo per cui il nipote don Gaetano sarebbe stato inconpatibile con la carica di cassiere. Egli vantava un cospicuo credito da parte del Comune fin da gennaio del 1826. Si trattava di una fornitura di sale, il cui prezzo era lievitato negli anni per l'impossibilità del Comune di onorare il debito, garantito da cambiali emesse dall'ente. Se le cose stavano esattamente così don Gaetano si sarebbe trovato nella insolita veste di debitore e creditore di se stesso!
Ma, forse nel timore che l'incompatibilità potesse esser sanata con la sostituzione del solo nominativo del nipote, don Michele aggiunge anche un altro motivo che, a suo giudizio, avrebbe reso la terna illegittima: tra i nomi comparivano figli di Artista!!
Letta cosí la frase potrebbe alludere a qualche mestiere di dubbia moralità, ma la parola artista (scritta nell'atto con iniziale maiuscola) a cui oggi attribuiamo il significato di libero ed estroso creatore, allora era usata per indicare anche il semplice artigiano.
Il disappunto e la contrarietà di don Michele nei confronti di uno dei prescelti alla carica di cassiere è di natura sostanzialmente classista. Pur non facendone il nome, l'unica persona che non poteva vantare un'ascendenza di prestigio era quel Giuseppe Antonio Battaglia, nonostante il nome fosse preceduto dal rispettoso don condiviso con gli altri due candidati.
La postilla di don Michele Campagna si conclude con l'invito ai colleghi decurioni a sostituire quei nomi con " altri figli di famiglia che sono casati e mancipati " e, in caso contrario, affidandosi " alla savieza del sig. Intendente " nel valutare la legalità della decisione presa.


Paolo Chiaselotti


Nella foto: Ritorno da una battuta di caccia in località Casello dei Baroni Campagna
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