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ACCADDE OGGI - RICORRENZE DI EVENTI ACCADUTI


MORTE DI UNA SCAPESTRATA

La ricorrenza di oggi è tra quelle di cui non si è conservato alcun ricordo e di cui probabilmente nessuno ha mai parlato, non solo per ricordare la breve esistenza della protagonista ma soprattutto perché questa ed altre creature simili a lei non avevano destato alcun intersse o attenzione, trattandosi di proiette.
Forse non tutti sanno chi fossero i proietti, o gli esposti, visto che si tratta di due vocaboli non più usati. Con questo nome erano registrati i bambini abbandonati dalla madre al momento della nascita dinanzi ad una chiesa, all'uscio di una casa o in altro posto in qualche modo frequentato. Alle porte delle chiese e dei conventi era installata la cosiddetta ruota dei proietti, una cassetta girevole dentro la quale venivano messi in incognito i nati non voluti. Oltre agli istituti religiosi vi erano delle donne autorizzate a ricevere i proietti. Erano le cosiddette pie ricevitrici, stipendiate dal Comune.
Inizialmente ad ognuno di questi nati veniva dato il cognome Proietto (dal latino pro jacere, gettare avanti), poi per evitare le troppe omonimie si decise di dare cognomi di fantasia, che ogni ufficiale dello stato civile sceglieva a proprio piacimento come Beltrovato, Santo, Prezioso, oppure uno suggerito dal nome della contrada in cui il neonato era stato abbandonato.
Il giorno di nascita veniva stabilito dalla consistenza dell'ombellico e sull'atto venivano scritti eventuali indizi che in futuro sarebbero potuti tornare utili per eventuali riconoscimenti, come il colore di una cuffietta o un biglietto con l'indicazione del nome da dare al bambino.
La ricorrenza di oggi riguarda la morte di una di queste sventurate, avvenuta a soli quindici giorni dalla nascita, il dieci ottobre milleottocentoquarantacinque. Il cognome che le fu assegnato è unico nel lungo elenco di abbandoni (più di millequattrocento in novant'anni di storia locale, dal 1810 al 1900: una media di circa quindici ogni anno): Scapestrata!
Il titolo da me scelto per questa ricorrenza può sembrare dissacrante, come pure l'attribuzione di un cognome di tal genere ad un esserino privo di alcuna colpa. La mia scelta è provocatoria, fatta allo scopo di invogliare il visitatore del sito alla lettura di un articolo sugli abbandoni, quella dell'ufficiale dello stato civile credo che sia stata dettata da una presunzione linguistica, cioè di evocare in quell'insolito cognome l'etimologia del vocabolo, e la possibilità di individuare in esso più di un significato e forse anche più di un riferimento.
Potrebbe infatti significare che la nata si era Liberata (altro cognome attribuito in casi simili) dal capestro del cordone ombellicale, ma potrebbe anche riferirsi alla madre, nel senso di donna senza freni e senza pudore. In ogni caso la povera Gaetanina, se non fosse precocemente morta, sarebbe stata per tutta la vita identificata come la scapestrata, con tutto il seguito di ambiguità e di sarcasmo che il suo cognome avrebbe suggerito a seconda delle circostanze.
Comunque Maria Gaetana non fu l'unica ad essere "vittima" della saccenteria o della cattiveria degli ufficiali d'anagrafe di turno, che fecero a gara per marchiare questo o quell'abbandono con i cognomi di
Arrogante, Avida, Avventurata, Bellacosa, Dispersa, Ebbrina, Isolata, Lupa, Mercantessa, Piovosa
attributi riservati esclusivamente alle femmine.

San Marco Argentano 10 ottobre 2020

Paolo Chiaselotti

L'immagine introduttiva è un particolare del dipinto "L'impiegato del quartiere" (1874) del pittore svizzero Albert Samuel Anker tratto dal sito https://www.pinterest.dk/
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