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SI È SGRAVATA ....

Aprendo il registro delle nascite dell'anno 1818 alle date del 28 e 29 settembre abbiamo incontrato due registrazioni dal contenuto alquanto insolito.
Invece della solita dizione con cui uno dei genitori dichiara la nascita di un figlio, leggiamo che una donna, di cui sono riportati il nome e il cognome, "si è sgravata". La registrazione della nascita prosegue con l'indicazione del luogo di abitazione della madre e il nome del nato.
Incuriositi abbiamo fatto una ricerca per vedere se questa formula "irrituale" fosse un'eccezione e, in caso contrario, le circostanze in cui essa fosse stata usata.
Abbiamo scoperto che la formula, sempre uguale, "si è sgravata", fu usata negli anni dal 1812 al 1819, per un totale di venticinque registrazioni di nascita.
Essa, però, non riguarda la generalità delle madri, bensì sono quelle nubili e, in due casi, madri il cui marito era morto prima della nascita del figlio.
Insomma se si trattava di un figlio o una figlia nati da entrambi i genitori, la donna "non si sgravava", bensì uno dei genitori (in genere il padre) o l'ostetrica ne dichiaravano la nascita, in caso contrario la dichiarazione della madre o dell'ostetrica o di altra persona veniva trascritta nella forma suddetta.
Interpretando alla lettera la formula usata, è come se la donna non sposata si fosse "liberata di un peso", essendo proprio questo il significato della parola. Il verbo era usato, proprio per questo motivo, con il significato di partorire.
È abbastanza evidente che c'era una vera e propria discriminazione tra madri sposate e madri nubili, resa ancora più odiosa dal fatto che al cognome di nascita negli atti successivi (matrimonio, notarili ecc.) spesso veniva aggiunto un Esposito, usato per gli infanti illegittimi, tranne il caso di nati postumi alla morte del padre.
Il verbo sgravare era usato in passato per indicare il parto sia umano che animale, e nel nostro dialetto alcune persone anziane lo usano ancora con questo significato, soprattutto con riferimento alle bestie.
Leggendo una delle registrazioni sopradette come non si può non riflettere di fronte alla dichiarazione di un tal Bartolo, custode di bovi, il quale riferisce che Elisabetta, sua vicina di casa, si è sgravata di un figlio alla strada Capo delle Rose!
Di bestialità in tutta questa storia ce ne fu davvero tanta, almeno fino a quando non ci fu qualcuno che si accorse che il termine era davvero inappropriato: a quanto ci risulta fu grazie al sindaco Giovanni Selvaggi che la vergognosa formula fu abolita.


San Marco Argentano, 28 settembre 2017

Paolo Chiaselotti

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