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![]() Oreste perseguitato dalle Furie (1862), William-Adolphe Bouguereau
(1825–1905), Chrysler Museum of Art, Norfolk, Virginia (da Wikipedia)
Il Consiglio
Considerando che i Geni tutelari della pubblica salute vengono spediti da Dio ad emancipare dalle gravi tribolazioni alle quali non di rado van soggette le nazioni per ismorbarne dalla infestazione dei molesti rapinatori che si assidono qual flagello di Dio alla cena delle Eumenidi, ed inferendo fino alla effusione del sangue fraterno, coprire di stragi, di squallore la terra bruttata dalle forme di incessanti nequizie, ...
Chiarisco subito che la pagina di oggi, pur rientrando a pieno titolo nell'antistoria di San Marco Argentano, è una
pagina di 'alleggerimento', considerando il susseguirsi di argomenti tutti rivolti alla scoperta di un'origine slava di
San Marco Argentano. Nello stesso tempo essa consente che altri, impegnati nello studio di tale presenza, completino le
loro ricerche in maniera ben più ampia e documentata di quanto io abbia fatto.
L'incipit della pagina è la premessa della deliberazione del consiglio comunale di San Marco, approvata il 31 gennaio 1863, con la quale venne conferita al colonnello Fummel la cittadinanza onoraria per i suoi meriti nella lotta al brigantaggio. L'enfasi con cui sono declamati i presupposti all'onoreficenza e la lunghezza della frase, priva, quasi del tutto, di segni di interpunzione, sono già per sè stessi un 'monumento' linguistico-espressivo da conservare gelosamente nei nostri archivi. Leggendo il testo dobbiamo immaginare che uno dei consiglieri lo stia declamando, con voce stentorea e con una magniloquenza accompagnata da ampi movimenti della mano, delle braccia e del corpo. In occasione di una presentazione di documenti d'archivio ad una classe delle scuole superiori, improvvisamente, senza che gli studenti si aspettassero qualcosa del genere, mi misi a declamare con il tono e l'aspetto dell'esagitato quei righi d'apertura. Ci fu una sorta di paura iniziale seguita pian piano da un reciproco guardarsi con la complicità di chi è convinto di trovarsi di fronte ad un pazzo. Vi giuro che era proprio quello che volevo, cioè verificare in che modo quelle parole e il tono con cui potevano essere state pronunciate fosse accolto da un pubblico impreparato. Non vi nascondo che sarei rimasto ancora più soddisfatto se dai giovani studenti fosse uscita una di quelle sonore pernacchie da far tremare i vetri delle finestre. Che volete che vi dica: da antistorico posso permettermi il lusso di commentare a mio modo le vicende che videro protagonisti della storia i nostri avi, cosa che da storico sarebbe inaccettabile. A parte la teatralità della mia interpretazione, mi sono chiesto se chi aveva scritto quel testo avesse mai letto qualcosa sulle Eumenidi! E a questo proposito mi sono chiesto se una volta rientrati in classe gli studenti, guidati dall'insegnante, avessero approfondito le questioni riguardanti i geni tutelari mandati da Dio, l'emancipazione dalle tribolazioni nazionali, la profilassi obbligatoria sui rapinatori molesti, e su tutte le altre problematiche accennate nella dotta deliberazione. Il problema maggiore, sempre che i temi siano stati dibattuti in classe, credo che abbia riguardato la cena delle Eumenidi. Poichè gli studenti erano dell'istituto alberghiero, ho pensato che l'argomento li avrebbe impegnati in un acceso dibattito sui piatti serviti alla cena delle Eumenidi agli affamatissimi invitati, definiti flagello di Dio, e quindi divoratori di verdure, come Attila e le cavallette. Dalla lettura del testo si intuisce che al di là del nome, il proponente dell'onoreficenza al Colonnello Pietro Fumel ignorasse tutto delle Eumenidi, tranne il fatto che considerata la loro natura iraconda amassero sedere a tavola con quel genere di invitati. Io lo immagino, quando, terminato il discorso, il consigliere si è alzato dal suo scranno per dirigersi verso i colleghi e riceverne, commosso, le congratulazioni. E non so perché ma lo immagino, pure, mentre sussurra all'orecchio del sindaco: "Ma chini cazzu su' 'sti Erinni?", ignaro di essere caduto nel tranello del vecchio anarchico che gli aveva preparato il discorso! Lo so, lo so, non è questo il modo di fare storia, ma di fronte ad una pagina del genere permettetemi di inventarmi quel che mi pare, giusto per adeguarmi ai protagonisti di questa piccola farsa nostrana. Ora, però, rimetto la toga del vecchio docente e chiedo agli studenti più curiosi: il consigliere declamatore aveva letto la tragedia di Eschilo o no? Sapeva il ruolo che svolsero le Eumenidi nell'accusare di femminicidio Oreste? E per entrare nel merito della giustizia divina rappresentata dallo Stato, a chi si era ispirato? Qualcuno, alcuni anni addietro, propose di togliere la cittadinanza onoraria al colonnello Fumel, essendo i suoi misfatti superiori ai meriti. Sarebbe stato come uccidere un uomo morto, mentre la conservazione di tale onoreficenza resta un documento unico e raro della leccaculaggine che in ogni tempo e in ogni luogo ha avuto nell'ignoranza le sue maggiori espressioni. Paolo Chiaselotti S. Marco Argentano, 24.9.2025 |
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