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L'ANTISTORIA



ROBERTO IL GUISCARDO: L'ASTUTO BEFFATO


Michele Ducas Il sottotitolo di questa pagina potrebbe essere il classico proverbio "Chi la fa l'aspetti", in quanto per la prima volta il nostro duca Roberto è vittima di una beffa. Chi ci racconta il fatto incredibile è Guglielmo di Puglia nel IV Libro delle Gesta Wiscardi, un poema in versi dedicato interamente alle imprese del duca normanno.

Il nome del protagonista, Michele, imperatore bizantino, è anticipato nell'incipit del libro, con una sintesi della sua vita, dalla deposizione alla scelta di vita monastica. Chi volesse saperne di più può leggersi per intero la storia di questo discusso basileus, del quale a me preme solamente raccontarvi il rapporto che ebbe con il nostro Guiscardo.

Veramente non ebbe nessun rapporto e non so nemmeno dirvi se mai si siano incontrati. Però è meglio che io entri nel merito della beffa, altrimenti potrebbe anche sorgervi il dubbio che io non abbia capito un accidente di quel che ho letto.

Un bel giorno si presenta dinanzi a Roberto un tizio che gli narra la sua triste storia. È un profugo, giunto dalle coste della Grecia, il quale, tra i singhiozzi, gli dice di essere nientemeno che l'imperatore. Il duca, contrariamente al suo solito, lo accoglie con animo sgombro da cattive intenzioni e lo tratta come il suo rango merita, cioè rivolgendosi a lui in forme ossequiose, elargendogli quei favori che mai avrebbe usato in altre circostanze e con altre persone.

L'individuo che afferma di essere il deposto imperatore Michele non solo può godere dei privilegi che il duca gli offre, ma anche del più rispettoso ossequio degli uomini della corte ducale, i quali alla sua presenza o al suo passaggio chinavano rispettosamente il capo.

Questa è la sostanza dell'incontro tra i due illustri personaggi, anche se Guglielmo di Puglia, aggiunge alcune cose che per il momento non inserisco nella mia esposizione per esigenze narrative. E passo rapidamente all'epilogo, tralasciando un buon numero di versi nei quali l'autore espone eventi legati alla presenza del Guiscardo in quei luoghi.

Il Guiscardo, o per calcolo o per imperscrutabile desiderio di giustizia, decide di rimettere sul trono lo spodestato Michele e, come la prassi diplomatica vuole prima di iniziare un'azione militare, si stabilisce di addivenire ad un incontro chiarificatore da entrambe le parti: il duca con i suoi rappresentanti e la maestà imperiale da un lato, i delegati del reggente dell'impero bizantino dall'altra.
Non possiamo non immaginare la pomposità della scena e la folla che si era radunata per assistere ad un incontro così importante. È lo stesso Guglielmo di Puglia a mostrarci questa spettacolare circostanza con parole che non lasciano dubbi sull'importanza dell'evento.
Voglio riportare le sue parole, per rendere appieno gli effetti scenografici sapientemente riproposti dal cronista.

Il duca Roberto annuncia che la sua presenza ha lo scopo di restituire Michele all'onore dell'impero dal quale è stato illegittimamente cacciato. Accompagnato dal suono di corni, trombe e cetre, abbigliato come si conviene ad un re, circondato da ogni lato da un nugolo di cantori, fa ingresso il protagonista.

Poichè il poeta narratore apre il seguito del racconto in un verso successivo, che posso interpretare come un significativo stacco del chiasso fastoso della scena precedente, immaginate che il popolino convenuto sollevi lo sguardo verso l'altezza imperiale e improvvisamente prorompa in una fragorosa risata che riecheggia irriverente non solo nel breve tempo in cui si svolse l'evento, ma nei secoli dei secoli, a perpetuo scorno di colui che fu l'artefice di quella regale sfilata: Roberto d'Altavilla, detto il Guiscardo.

Tutti, dico tutti, riconobbero nel sedicente imperatore Michele Ducas Parapinace un tale che portava a tavola le pesanti coppe di mescita e che, per giunta, era considerato l'ultimo degli inservienti!

Pietosamente Guglielmo non aggiunge altro, anche perchè, che si trattasse di un impostore, l'aveva anticipato nella descrizione che io avevo omesso nella prima parte del racconto.
Ora mi chiedo e vi chiedo: il Guiscardo fu davvero ingannato, oppure furbastro com'era, approfittò anche dell'impostore per menar guerra ai legittimi reggenti dell'impero bizantino? Non lo sapremo mai, come non sapremo mai se l'impostore, quello vero, fosse il sedicente imperatore Michele o lo stesso Guiscardo, abile costruttore di tutta la vicenda.

A chi avesse preferito un finale diverso suggerisco la lettura del Breve Chronicum Northmannicum in cui l'autore dà per certo che Michael Ducas chiese realmente aiuto a Roberto il Guiscardo. Chi dei due abbia tratto beneficio dalla spedizione contro l'usurpatore Niceforo Botaniate il cronista anonimo non lo dice. Non lo chiedete a me che sono all'oscuro di tutta questa storia.

Ad una prossima puntata.


San Marco Argentano, 11 aprile 2019

Paolo Chiaselotti





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