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L'ANTISTORIA


MOTTE-AND-BAILEY = MOTTA E VAGLIO ?


Togatorum monstrum
Togatorum monstrum

Mi sa tanto che i 'nuovi mostri' della storia sammarchese hanno ragione. Il primo insediamento normanno, quello che rappresenta il luogo originario dell'attuale città di San Marco è proprio la Motta. I 'nuovi mostri' guardati con sospetto dai vecchi togati rispondono ai nomi di Ruggero De Rosa, Enrico Tassone e Osvaldo Gaudio. Costoro, sulle orme del 'principe dei mostri', Onorato Tocci, hanno spostato di alcune centinaia di metri il fulcro storico di San Marco, finora ritenuto coincidente con la torre e il sottostante bailey del Casalicchio.
Prima di spiegare i motivi che mi inducono a ritenere la loro visione Mottacentrica azzeccata, voglio ringraziare il prof. Rinaldo Longo per la sua convinta e onesta contrarietà alle argomentazioni da me esposte in un recente convegno sull'Antistoria. Il sempre amato collega Rinaldo ha voluto precisare che si affida per la storia soltanto a persone di certificata competenza, che egli chiama 'togati', tra i quali si annovera come linguista, con il merito di aver definito l'origine prediale di Argentanum da cui abbiamo preso il nome.
Le due affermazioni, nel contesto dell'intervento, riguardavano la certezza che la torre fosse normanna in quanto oggetto di studio da parte dell'università di Caen che ne aveva realizzato un plastico come prototipo di arte normanna in Calabria e l'origine prediale del nome Argentano.
Il professor Longo non lo ha specificato, ma le due cose erano strettamente collegate dal presupposto, formulato a suo tempo, di uno stretto legame tra la nostra Argentano e la città di Argentan in Francia che fece da tramite per la realizzazione del suddetto plastico.
Proprio perché incuriosito di verificare, a distanza di anni, quale fosse stato l'esito di quella stagione di reciproci scambi culturali con la città di Argentan, sono andato alla ricerca in rete di quelle certezze alle quali il collega ha detto di affidarsi. Purtroppo, di tali certezze non ne ho trovato una, ad iniziare dalle origini della città di Argentan, punto di partenza del legame esistente con Argentanum, e della asserita certificazione di normannità della nostra torre da parte dell'università di Caen.
La pagina di Wikipedia in lingua francese su Argentan dice tutt'altro di quanto l'amico Longo affermava. Per cui debbo ritenere che se egli si affida esclusivamente a 'togati', questi certamente non si sono affidati a lui nel campo linguistico per quanto riguarda le origini della città francese, il cui nome il prof. ha strettamente fatto discendere dal nostro.
Del prototipo di insediamento normanno nel meridione d'Italia, rappresentato da un plastico della nostra torre, esiste solo una pagina su un sito di storia militare medievale, priva di qualsiasi riferimento accademico, curata dal prof. Giovanni Amatuccio. La pagina si apre con il predetto plastico, con un'immagine grafica di una motte-and-bailey e con una fotografia della torre attuale di San Marco.
Pur non avendo trovato in rete alcuna conferma alle opinioni e alle certezze del professor Longo, tuttavia lo debbo ringraziare perché quel richiamo ai 'togati' di Caen mi ha consentito di vedere, accostata alla nostra torre, la ricostruzione di un motta con la sottostante corte, facendomi interrogare se un tale tipo di insediamento potesse essere presente anche a San Marco Argentano.
Di primo impatto l'attuale torre con il sottostante Casalicchio potrebbe apparire una motta castrale. Bisogna dire, però, e il professore Longo me ne può dare atto, che i vocaboli tradizionalmente usati a San Marco per definire particolari e insiemi di questo sistema, non corrispondono a quelli che la tradizione normanna utilizza. Per noi la motta della torre fu sempre definita rivellino o 'ripiddrinu' e la corte sottostante Casalicchio. A San Marco Argentano il vocabolo motta individua indiscutibilmente il luogo che ne porta tuttora il nome cioè la collinetta rocciosa di fronte al duomo, racchiusa tra la piazza, via Roma, via Salvatore Cristofaro, via Raffaele Fiore.
E la corte?
La definizione ibrida di motte-and-bailey riportata sul sito di storia militare medievale con riferimento alla nostra torre mi ha incuriosito proprio per quel bailey di cui mi sfuggiva il corrispettivo italiano. Casualmente sono incappato in un bagghiu siciliano che mi ha attratto soprattutto per ciò che avevo letto sulla pagina di Wikipedia in francese riguardante le motte castrali: En Angleterre (Guillaume le Conquérant à partir de 1066) tout comme en Sicile (Robert Guiscard à partir de 1061), ce sont les Normands qui introduisirent le château à motte, inconnu dans ces régions avant la seconde moitié du XIe siècle.
Il bagghiu siciliano è stato il veicolo che mi ha portato a cercare l'origine del bailey, attraverso una serie di passaggi che alla fine mi hanno fatto scoprire che esiste in architettura il baglio ovvero un cortile circondato da mura.
Nella pagina da me dedicata alle strade e contrade storiche di San Marco Argentano, alla voce Motta, il noto quartiere di San Marco che si erge sulla collina di fronte al Duomo, avevo aggiunto il Vaglio, accostandolo al Ventuliaturu, supponendo che tale agglomerato prossimo alla Motta fosse il luogo dove si svolgevano le operazioni di vagliatura del grano, ovvero la separazione tramite il vento dalla pula.
Mi sorge, ora, il dubbio che quel piccolo quartiere il cui nome compare negli atti dello stato civile nei primi decenni dell'Ottocento, con riferimento a nascite e morti ivi avvenute, non c'entri nulla con il Ventuliaturu, un posto così chiamato fino a poco tempo fa unito alla Motta, ma sul versante opposto al Vaglio.
Questo quartiere, da un raffronto tra le famiglie che vi furono registrate e le stesse che in altri documenti compaiono registrate nell'area generica della Motta, era unito ad essa, ma sul versante orientale, cioè nella direzione del vecchio quartiere di Santo Pietro. Considerando che il vento di maggior frequenza e intensità che interessa quell'area è il ponente, il Vaglio, protetto dall'altura della Motta, non si trovava affatto in una posizione ventilata.
Se, dunque, Vaglio non era un toponimo derivante dall'operazione di pulizia del grano, una possibile etimologia poteva essere proprio il baglio, ovvero il quartiere di antica formazione corrispondente alla bass-cort o al bailey che la tradizione costruttiva normanna realizzava ai piedi della motta.
Ulteriori conferme alle intuizioni (ma si tratta di più che un'intuizione) dei predetti 'mostri' o 'efesti' sopracitati, De Rosa, Tassone, Gaudio e del loro cattivo maestro Tocci, vengono da altri due particolari: la presenza nella zona di Santo Pietro, a limite del predetto quartiere del Vaglio, di un arco a sesto acuto, in pietra, che lo scultore Eduardo Bruno definì Porta Santo Pietro, attribuendone l'esecuzione all'XI secolo, e la presenza di una Porterola citata nella Platea delle Clarisse nel 1632 (casa confinante con la Motta e ... su casa confinante con case di Ottavio Toscano, sui sicomori alla Porterola a confine con i sicomori di Don Giuseppe Santo Sosti). Lo stesso termine individua nella cittadina medievale di Amelia, in provincia di Terni, un'antica porta delle mura urbane
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San Marco Argentano, 20 giugno 2025

Paolo Chiaselotti


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