![]() |
SAN NICOLA E SANTA NICOLA ![]() Il pianoro di Santa Nicola di fronte alla cattedrale di San Marco Argentano
Si tratta dello stesso santo, San Nicola di Mira o di Bari, con l'unica differenza che
Santa Nicola è il pianoro unito a Bucita che si estende tra i fiumi Malosa e Fullone.
Perché ha tale nome e a chi apparteneva originariamente?
Non mi sarei mai posto questo problema che consideravo di scarsa o nessuna importanza, fino a quando non è saltata fuori l'esistenza di una chiesa di San Nicola a Santo Marco (ecclesia Sancti Nicolai de Sancto Marcho) e di un suo prete Umfredo, inviato dal vescovo di Malvito a Messina per chiedere al re di Sicilia la conferma del possesso e dei relativi diritti. Mi sono chiesto perché il vescovo di Malvito dovesse chiedere al re di Sicilia, duca di Puglia, principe di Capua, il riconoscimento della proprietà di una chiesa che di fatto gli apparteneva, come si evince dal testo del documento sotto riportato. Se esisteva una chiesa di San Nicola a San Marco e ne era proprietario il vescovo di Malvito, dove si trovava questa chiesa? La risposta più ovvia, la stessa che anch'io ho riportato in una pagina di questa rubrica è che fosse ubicata dove in seguito fu costruita la cattedrale che porta lo stesso nome 1. Ora, una lettura più attenta del documento principale che ne attribuisce proprietà e diritti al vescovo di Malvito -mi riferisco al diploma del re Ruggero II di Sicilia dato a Messina il 23 ottobre 1144- mi ha portato a considerare la possibilità che la chiesa di San Nicola si trovasse altrove. Come sono giunto a questa conclusione? Rileggendo il citato documento in cui si parla di una chiesa Sancti Nicholai de Santo Marcho, mi sono ricordato che in tre documenti precedenti una chiesa di San Nicola era sempre iuxta la città di San Marco. Comunque si interpreti quel iuxta -di fronte, in prossimità, vicino, a confine, unita- la chiesa non si trovava all'interno di San Marco, tanto è vero che il vescovo di Malvito ne accreditava nel predetto diploma proprietà e diritti. Dobbiamo convenire, quindi, che la chiesa di San Nicola era ed era stata di proprietà della diocesi di Malvito, e che essa, nel 1144, ricadeva nella giurisdizione di San Marco. È difficile immaginare che all'interno della civitas vi fosse un'isola territoriale malvitana, mentre è più ovvio considerare che Malvito possedesse una chiesa, con le sue pertinenze e i suoi uomini, religiosi e laici, finita, per così dire, in territorio di San Marco in seguito alla presenza normanna. Vediamo il contenuto del diploma del re di Sicilia 2, riguardante questo aspetto, nella traduzione che ne ho fatto: il canonico Unfredo della chiesa di San Nicola di Santo Marco giunto in nostra presenza ha portato a noi un documento da parte del venerabile eletto (vescovo) di Malvito Gualtiero, redatto nel MLXXXVII anno dell'Incarnazione del Signore (1087) per volontà della buon'anima del duca Ruggero (Borsa) nostro cugino, con il quale aveva concesso a Gualtiero vescovo di Malvito quanto apparteneva di fatto e di diritto alla chiesa malvitense ...da cui ricaviamo ciò che nel 1087 la chiesa di Malvito possedeva ... al quale e ai di lui successori aveva concesso che fossero sotto la loro potestà tutti i presbiteri sia greci che latini che erano di quell'episcopato, e tutto ciò che era notoriamente di pertinenza del potere spirituale della chiesa e tutte le decime di competenza dello stesso episcopato e i monasteri che ricadevano nel predetto episcopatoe una chiesa ... e alla stessa Chiesa malvitana aveva concesso la chiesa di San Nicola con le sue pertinenze, come essa era posseduta dal padre suo il duca Robberto Guiscardo beata memoria, per la cui anima aveva concesso alla citata Chiesa e al suo vescovo tutte le cose sopradetteA questo punto, però, la dichiarazione che la chiesa di San Nicola con le sue pertinenze fosse già posseduta da Roberto il Guiscardo induce a ritenere che la chiesa esistesse prima del 1085, anno della sua morte. Come interpretare, poi, il fatto che il Guiscardo possedesse la chiesa? Comunque vogliamo interpretarlo è certo che Roberto non ne fu il costruttore, in quanto il testo latino usa tenuerat per indicare la natura del possesso. 3 Non sapendo quale fosse il confine della diocesi di Malvito per stabilire dove fosse ubicata la chiesa, mi affido alla testimonianza di un presbitero di Cassano che nel 1088 faceva l'archivista sulla rocca di San Marco. Costui aveva compilato l'atto di vendita di un terreno che si trovava sopra il fiume Fullone, di fronte alla magnifica roccaforte di San Marco.4 Se nel 1088 fosse esistita una chiesa di San Nicola sulla magnifica roccaforte di San Marco, credo che il presbitero archivista con funzioni notarili l'avrebbe citata, come aveva citato il tempietto di San Senatore sottostante detto terreno. Immagino già l'obbiezione: e la nostra cattedrale? Certamente non esisteva nel 1088 altrimenti l'archivista, un presbitero, l'avrebbe senz'altro riportata come riferimento materiale e spirituale, invece di ricorrere alla generica definizione di magnifica roccaforte! Per gli stessi motivi per cui non esisteva una cattedrale, non poteva esserci neppure una chiesa di San Nicola, visto che dai documenti successivi essa risulta iuxta civitate Sancti Marci. Infatti. se vi fosse stata una chiesa dovremmo immaginare chiesa e città a confine su uno strapiombo! La chiesa di San Nicola doveva trovarsi, quindi, là dove nei secoli ne ha conservato il nome, sul pianoro di Santa Nicola, sopra il fiume Fullone, anch'essa nella giurisdizione di San Marco, al pari del terreno venduto nel 1088. La considerazione conseguente a tutto ciò è che la cattedrale, costruita indubbiamente dopo il 1144, non fu il risultato della sostituzione o dell'ampliamento di una chiesa preesistente, ma fu un edificio costruito di sana pianta sul dirupo roccioso, esteso e appianato con quella apposita e complessa opera muraria, che impropriamente fu ritenuta la cripta5. Il nuovo edificio 6, che prese il nome e sostituì in diritti e pertinenze la vecchia chiesa malvitana di San Nicola, divenne la nuova 'sede' episcopale, quasi erede naturale della diocesi di Malvito. La cattedrale, però, non era sufficiente a far diventare San Marco una diocesi di diritto, mancando i presupposti fondativi. Non si spiegherebbero altrimenti i tentativi di attribuirle, in seguito e per molti secoli, la nascita dovuta al passaggio dell'Evangelista Marco, la nomina del vescovo Aulalio, il battesimo di Dominata e dei suoi figli, la loro martirio, la conservazione delle loro reliquie nella cattedrale, il trasferimento di esse a Venosa per opera del Guiscardo, il ritrovamento fortuito, attestato nel 1691, delle reliquie sotto un altare nella sagrestia della chiesa della Santissima Trinità dei cavalieri gerosolimitani fuori Venosa, attestato nel 1691,il rientro finale di sole quattro ossa dei martiri nel 1844 per merito del vescovo di Venosa 7 e soprattutto l'affidamento a padre Francesco Russo, negli anni Cinquanta, del Novecento di un accertamento sulla veridicità dell'esistenza de martiri. Se sbaglio, correggetemi. San Marco Argentano, 6 luglio 2025 Paolo Chiaselotti
1 Leggi la Chiesa di San Nicola
2 "da Umfredus canoni[cus eclesi]e Sancti Nicholai de Sancto Marcho ad nostram veniens presentiam | attulit nobis sigillum e[x] parte Gualterii venerabilis electi Malvitensis, scriptum anno incarna- tionis dominicae .MLXXXVII., indic(tione) .x., factum a ROG(erio) duce bone memorie consobrino nostro, per quod concesserat Gual- terio Malvitano episcopo que ad ius Malvitensis Ecclesie iuste pertinebant, cui et successoribus suis concesserat ut sub potestate sua haberent omnes presb(iter)os tam Grecos quam Latinos qui de illo episcopatu | erant, et [omnes r]es que ad solam religionem ec- clesiarum pertinere noscuntur, et omnes decimas ipsi episcopatui pertinentest et monasteria | que in pre[dicto e]piscopatu Malvitano continebantur, excepto monasterio Sancte Marie quod de Matina dicitur cum pertinentiis suis et exceptis | his que tenebat [mona]- sterium Sancte Eufemie, et excepto monasterio quod est Sancte Trinitatis de Venusia; et concesserat eidem Malvitane Eclesie | eclesiam Sancti [Nicholai cum] pertinentiis suis, sicut tenuerat illam pater suus Robbertus Guiscardus dux beate memorie, pro cuius anima supra dicta | omnia prefate Eclesie [et eius episcopo co]ncesserat. Et attulit sigillum Grecum scriptum anno ab origine mundi VImDCII, mense martio, | indic(tione) II, factum a Rob[berto ....]ione filio quondam Robberti Guiscardi ducis felicis memorie consobrino nostro, per quod concesserat eidem Ec- clesie et | prememorato Gual[terio episcopo] quos tunc habebat presbiter)os .xxv. et laycos .XXXIII. insuper dederat eis presb[iter]os .XIII. et laycos .XVI." Da "Carte Latine di abbazie calabresi provenienti dall'archivio Aldobrandini, di Alessandro Pratesi, collane studi e testi n. 197, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1958. Doc. n. 13, Rogerii regis diploma, 1144 ottobre 24, Messina, pag. 38. 3 Nei vari documenti notarili troviamo la formula tiene e possiede che stanno ad indicare un uso esclusivo del bene, ma non la sua proprietà. 4 Appendice n. 2 a cura di don Tonino Caruso della riedizione datata 6 ottobre 1998 di " I Santi Martiri Argentanesi Senatore, Viatore, Cassiodoro e Dominata di P. Francesco Russo M.S.C., Scuola tipografica Italo-Orientale "S. Nilo", Grottaferrata, 1952 5 La presenza di un edificio sul luogo dove fu costruita l'imponente sostrazione avrebbe comportato grossi problemi edificatori e di trasporto di materiali. È ovvio supporre che l'area in forte declivio era inedificata o al più fortificata. 6 Vedi com'era il duomo 7 Appendici 3-8 op.cit. |
![]()
LA STORIA LE STORIE
|
info@lastorialestorie.it
|