INDICE ANTISTORIE
|
![]() San Giorgio e il drago, Raffaello Sanzio, 1505 ca. National Gallery of Art, Washington (da Wikipedia)
Va detto che la scomparsa di antichi toponimi equivale alla cancellazione di una parte della storia locale. Nel caso del toponimo Santu Juoriu è chiaro che ci troviamo di fronte ad un nome di origine greca attribuibile alla cultura bizantina. Essendo San Giorgio un miles noto per la liberazione di una principessa prigioniera di un drago è verosimile che l'antica dedicazione di un luogo alla sua figura è strettamente collegata al suo culto e alla leggenda che lo riguardava. Il fatto che il luogo si trovasse sulla sommità di un percorso che da valle conduceva alla roccaforte rappresentata dalla Silica o Motta induce a riflettere sui motivi che furono all'origine di questa specifica dedicazione. La possibilità che la figura del Santo potesse rappresentare una difesa da possibili pericoli legati all'ingresso in un luogo abitato è un'ipotesi accettabile. Esistono testimonianze di fede nei confronti dei santi cavalieri Giorgio, Mercurio e Demetrio, invocati dai crociati nelle loro battaglie, per cui collocare alle porte di una città una statua di San Giorgio, o chiamare col suo nome un varco, aveva la stessa valenza tutelare della salvezza degli abitanti quanta ne ha oggi la statua di San Padre Pio. Al contrario del versante nord-occidentale, l'accesso attraverso la strada Pie' la Silica era abbastanza facile e privo di difese naturali. Anche se non abbiamo testimonianze di alcun genere della presenza di fortificazioni sul versante orientale, tuttavia, in origine, l'orografia della zona era completamente diversa da quella attuale, essendo la strada interrotta dalla massa di terreno che univa la collinetta su cui si erge la croce in ferro con la collina a monte. Solo alla fine dell'Ottocento fu aperta una cava da cui estrarre materiale inerte, eliminando, di conseguenza, un diaframma arenario di notevole spessore. In precedenza, il passaggio era possibile solamente o attraverso una galleria o una strettoia che si inerpicava sulla collina. Inoltre, una volta oltrepassato il varco di Santo Jorio, la strada, che costeggiava un pendio e che poi prese il nome Santo Pietro, era interrotta da un profondo canalone in cui scorreva abbondante l'acqua proveniente dal monte soprastante. Certamente su questo gola vi fu costruito un ponte in legno per proseguire il percorso fin sotto la Motta, nel quartiere che con i normanni prese il nome di Vaglio. L'interruzione del percorso è documentata, più a monte, dal cosiddetto ponte Sacchini che consentì la creazione della strada via Duca degli Abruzzi. Presso il ponte, sul proseguimento della strada pie' la silica - Santu Juoriu sorsero una fontana pubblica e una chiesetta, entrambe dedicate a San Pietro, che diede il nome alla strada, ad una porta di accesso alla Motta e ad un popoloso e popolare quartiere. Il nome Santo Jorio, come ho detto, attribuibile alla venuta dei Normanni, rimanda ad un'origine tardo latina-bizantina, ma non possiamo escludere che possa essere la trasposizione religiosa di un precedente toponimo, non legato a motivi devozionali, ma più banalmente orografici. Nella definizione delle diverse tipologie di territori antropizzati, pratum, pascuus, silva, mons, vallis, etc) con il termine joria era chiamata la terra incolta, infestata di cespugli. Non a caso la strada, documentata in loco nell'Ottocento, era detta della cava delle spadere, perché piena di quegli arbusti comunemente detti tagliamani. Al di là dell'origine del toponimo, Santo Iorio rappresentava, comunque, l'accesso orientale al paese, da dove erano entrati, secondo una leggenda, l'evangelista Marco e il principe degli apostoli Pietro. Anche Roberto con i suoi cavalieri e i suoi sclavi passò dallo stesso varco? O il nuovo venuto scelse il ripido percorso tra il Follone e il torrente Santa Venere? Oppure -ma la mia è solo una provocazione- si fermò a Prato, mandando i propri esploratori a scoprire cosa ci fosse sull'altura dove attualmente sorge il centro urbano di San Marco Argentano? Paolo Chiaselotti S. Marco Argentano, 15.11.2025 |
LA STORIA LE STORIE
|
|
RACCONTA LA TUA STORIA
info@lastorialestorie.it
|