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L'ANTISTORIA

SE MARCO NON RISPONDE ...

Particolare conversione Paolo collezione Odescalchi
Particolare della conversione di Paolo del Caravaggio (collezione Odescalchi - Creative Commons Wikimedia)


... sono costretto a rivolgermi Altrove. Questa, per dirla alla maniera classica, sarebbe la quarta 'epistola' che avrei scritto a Marco, ma ritenendo, a torto o ragione, che egli fosse ancora arrabbiato per la 'bufala' del suo passaggio da queste parti, ho pensato che l'Unico in grado di darmi una mano era un carissimo Amico col quale, però, ho perso i contatti da molto tempo.
L'idea, a dire il vero mi è venuta dopo aver chiesto lumi ad un 'togato', il quale come spesso accade a chi si occupa di cultura, dopo aver a lungo e vanagloriosamente divagato, ha concluso con il classico "Dio solo lo sa", che equivaleva inconsciamente a ritenersi il Suo sostituto.
La questione non è affatto banale, visto che non riguarda solo me stesso e la sparuta cerchia di perdigiorno che costantemente ci occupiamo delle nostre origini -intendo della città di San Marco- ma riguarda tutti coloro che si definiscono 'veri' sammarchesi. Aggiungo anche argentanesi, per affinità coi provenzali Gavoti', coi lamisani delle paludi, coi fratelli aluntini della Val Demone 1, e via dicendo, tutti iscritti ad un circolo cosiddetto marciano, di cui, a quanto pare, non hanno chiare origini, finalità e pretese.
E proprio su quest'ultimo punto, le pretese, che vorrei soffermarmi, per capire bene se la mia appartenenza e quella dei compaesani è marchese, sammarchese o marciana.
Visto che siamo sammarchesi e non sammarciani, mi sorge il dubbio che, tolta di mezzo l'origine 'transitoria' da parte dell'autorità religiosa che ha categoricamente escluso il passaggio e la sosta sulle nostre zolle di Marco, l'Evangelista 2, e avendo affidato l'autorità civile ogni memoria dei fatti alla permanenza in loco del Guiscardo, siamo finiti in una crisi di identità dalla quale è difficile uscirne sotto il profilo storico. Per non parlare di quello religioso!

Non essendo marciani, proverò in questa pagina a spiegare -che Dio mi assista- come siamo diventati da marchesi sanmarchesi.
In origine eravamo 'marchesi', ma non perchè etimologicamente legati alla 'marca', ovvero al confine di longobarda memoria, anche se non posso escluderlo, considerando, infatti, che esiste Valle della Sala (Vaddr'a Sala) che ha proprio questa origine.
Il passaggio da una marca longobarda ad una persona di nome Marco non è tanto assurdo come all'apparenza potrebbe sembrare. In ogni caso dobbiamo tener conto dell'ultimo nome e considerare il precedente solo come una curiosità culturale.
Marco poteva essere un proprietario e di conseguenza con il suo nome era indicato il territorio che gli apparteneva, ma è più probabile che il nome si riferisse al famoso Marco autore di uno dei quattro vangeli. In ogni caso la sostanza non cambia: il riferimento è sempre al nome di una persona.
Marco, dunque, è all'origine del nome della nostra città. Non lo è, invece, nonostante l'accanimento culturale, Argentano che è solo un appellativo messo nel 18623 per distinguere San Marco dalle altre città 'marciane'.
Qual era e dove si trovava questa presunta estensione di terra chiamata Marco? Determinarne i confini di allora è impossibile, ovviamente, come per tanti altri territori il cui nome è ancora oggi presente a San Marco: Santa Vennera, Sant'Uopulu, Sant'Onofrio ecc. Essa, però doveva essere molto estesa se nelle Carte Latine di Alessandro Pratesi fin dal 1065 troviamo la dizione in territorio Sancti Marci e all'interno di esso il castrum o castellum Sancti Marci 4.
Marco era dunque il territorio sotto giurisdizione bizantina in cui Roberto il Guiscardo entrò. In origine non aveva l'appellativo Santo in quanto Marco era da sempre conosciuto come evangelista. La denominazione Santo Marco, ritengo, vada attribuita ai normanni. A conferma del precedente nome c'è quel prato Marco 5 usato dal Malaterra per indicare il territorio che nelle Carte Latine è chiamato villaggio Prato (in vico qui vocatur Pratum).
Anche Gabriele Barrio, -che amava scrivere solo in latino maledicendo chi avesse osato tradurlo- chiama Marcum civitas la città di San Marco.
È da escludere, per i motivi sopra riportati, che il nome possa essere stato dato dal Guiscardo per devozione, adducendo a sostegno di questa tesi il fatto che abbia chiamato Marco il primogenito e San Marco la città siciliana da lui fondata e oggi denominata d'Alunzio.
Esistendo un territorio Marco, potrebbe sorgere il dubbio che esistesse anche un castrum con questo nome prima dell'arrivo del Guiscardo. Siccome una simile ipotesi si basa unicamente sul significato del verbo firmare usato da Goffredo Malaterra, credo che egli stesso spieghi nell'indice dei capitoli del libro I cosa intendesse raccontare a proposito di San Marco:
CAPUT DECIMUM SEXTUM. De Roberto Guiscardo, qualiter castrum Sancti Marci firmavit, et qualiter cum Sclavis peditibus praedatum ivit. Se avesse dimenticato di raccontare quanto aveva anticipato nei titoli non saprei dirlo.

Il prato Marco sopra accennato è stato ampiamente trattato in una pagina, che vi consiglio di leggere, dedicata esclusivamente a tale argomento. Avendo a suo tempo sottovalutato il tema esposto dal Malaterra, anche sotto il punto di vista della 'rivisitazione' di un passo biblico della Genesi che lo storico benedettino ha voluto dedicare in esclusiva agli abitanti di Prato, credo che tornerò sull'argomento in una prossima puntata.

San Marco Argentano, 1.8.2025

Paolo Chiaselotti


Sull'argomento avevo scritto l'anno scorso una pagina dal titolo Quando nacque San Marco? in cui prospettavo alcune possibili risposte alla luce delle conoscenze di allora. L'approfondimento del tema mi ha permesso di scoprire altri indizi che integrano le considerazioni precedentemente espresse.

1 San Marco dei Cavoti, San Marco in Lamis, San Marco D'alunzio.
2 P. Francesco Russo, I Santi Martiri Argentanesi, Senatore Viatore, Cassiodoro e Dominata, Scuola Tipografica Italo-Orientale "S.Nilo", Grottaferrata, 1952, pag.15
3 Deliberazione n.74 del 6.9.1862
4 Alessandro Pratesi, "Carte latine di abbazie calabresi provenienti dall'archivio Aldobrandini", Biblioteca Apostolica Vaticana (coll. Studi e Testi), 1958, Città del Vaticano, doc. 1 e 2
5 Vedi pagina Prato Marco su questa stessa rubrica



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