GOFFREDO MALATERRA (XI secolo)
LIBRO I, CAP. XVI DE REBUS GESTIS ROGERII ...
È l'unico a citare espressamente Scribla come prima sede e poi San Marco
Roberto il Guiscardo quando dimorava a Scribla alle prese con i calabri, rendendosi conto che i suoi
si ammalavano per l'insalubrità del luogo e per l'aria diversa, cerca un posto più idoneo. Avrebbe potuto retrocedere e invece
avanza ulteriormente. Come se andasse incontro al nemico, raggiunge il luogo più vicino e vi erige il castrum
Sancti Marci.
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AMATO DI MONTECASSINO (XI secolo)
CAP. VII HISTORIA NORMANNORUM
Non cita né Scribla, né San Marco, ma si riferisce due volte a San Martino
Roberto ricorre nuovamente all'aiuto del fratello Drogone , supplicandolo di dargli una terra. Costui raggiunge i confini della Calabria, individua
un'altura idonea, vi erige costruzioni in legno e le mette il nome di San Martino. Quindi la consegna al fratello con l'intera Calabria e se ne torna
nella sua terra.
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GUGLIELMO APPULO (secolo XI)
Libro II GESTA ROBERTI WISCARDI
Non riferisce alcun nome, ma dice che il luogo occupato è il primo presidio del Guiscardo
Roberto cerca di accedere in un luogo dove costruire una città. L'ingresso è impedito dagli
abitanti, tra cui una comunità monastica greca. Fingendo di dover seppellire un loro uomo i normanni
riescono ad entrare. Il luogo occupato diventa il primo presidio del Guiscardo e di alcuni fedeli cavalieri.
Nulla del monastero e degli occupanti viene sovvertito.
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Ho messo in bella evidenza e senza troppi discorsi tre posizioni di tre autori diversi sulle azioni del Guiscardo, riconducibili alla
fondazione del suo primo presidio: nome dell'autore, epoca (sempre l'XI secolo), opera e descrizione sommaria dei fatti narrati.
L'ho fatto per richiamare, alla mia maniera, l'attenzione del lettore sulle pubblicazioni sottoriportate. Indurre a riflettere è sempre
un'operazione difficile che richiede anche qualche piccola strategia. Sarebbe bastato parlare delle due pubblicazioni senza ricorrere alle
posizioni di tre storici sulla storia di San Marco, ma quel piccolo dubbio di comprendere quale nesso può legare l'argomento soprastante
agli scritti dei due giovani autori funziona come il martelletto dello scavatore. Deve essere sempre a portata di mano.
Ognuno può pensare e credere ciò che vuole sulla nascita di San Marco, per il semplice motivo che ognuno è libero di
pensare, credere e dire ciò che vuole. C'è chi lo fa per sentito dire, chi per averlo letto, chi per ritenerlo più
probabile, chi addirittura per orgoglio paesano!
Tanto premesso, sono rimasto favorevolmente colpito da due piccole pubblicazioni, per la Collana Quaderni Malvitani, in cui due nostri concittadini,
Enrico Tassone e Giulio Antonucci, hanno ampiamente trattato due argomenti storici di rilevante interesse culturale. Il primo sulla genesi della
diocesi di San Marco dal titolo Cum Guidonio, l'altro sulle istituzioni politiche di Roberto il Guiscardo nella valle dell'Esaro.
Le due interessanti pubblicazioni sono anticipate da presentazioni altrettanto interessanti, la prima di don Pino Esposito, la seconda, composta
da una prefazione e un'introduzione, rispettivamente di Antonio Foti e Onorato Tocci.
Anche i due autori, come pure i presentatori delle pubblicazioni, hanno scritto ciò che hanno voluto, con l'unica differenza che il loro non è
un 'capriccio', ma un lavoro finalizzato al bene altrui.
Scrivere, dopo aver attentamente studiato, equivale a seminare per gli altri. Scrivere senza aver studiato equivale a consumare inutilmente le proprie riserve.
San Marco Argentano, 24.7.2025
Paolo Chiaselotti
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