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LA STORIA LE STORIE DELL'ARTE


I MONUMENTI. SALVIAMO L'IDENTITA'.

Salviamo lo stemma della città   Salviamo lo stemma della città  

A furia di ripetere le stesse cose si diventa noiosi, ma in questo caso si tratta di un'operazione di salvataggio, se non vogliamo definirla di salvezza o di salvazione, visto che ormai santi e patroni hanno fatto il loro tempo.
Abbiamo un manufatto in pietra, antico non saprei dire quanto, ma senz'altro antico, che rappresenta il simbolo di noi sammarchesi. Mi riferisco allo stemma della città che si trova sulla fontana di Santomarco.
Ogni volta che scatto una foto mi accorgo che l'opera si va sempre più deteriorando rendendo illeggibili i particolari scultorei.
In due precedenti occasioni ho parlato di questo unico esempio di antico bassorilievo a San Marco Argentano, sperando che gli amministratori provvedessero a preservarlo dall'ingiuria del tempo ... e dei tempi.
Niente.
Ahimè, mi rendo conto che siamo tutti contagiati dalla normannità e che una fontana dedicata a Santomarco è fuori moda. È un brand che non tira, rispetto a nomi stranieri che vanno più di moda, tuttavia non mi perdo d'animo e ripeto il mio accorato appello: salviamo il salvabile, ad iniziare dal nostro nome di sammarchesi.
Leggo, ridendo di gusto, che sui social circola spesso l'espressione "Sei sammarchese se ..." seguito da una serie di risposte identitarie, come il dialetto, la conoscenza dei luoghi, dei nomi ecc. Mi va di riproporlo in questi termini: Sei sammarchese se salvi lo stemma di Santo Marco!

Voglio sottolineare perché questo reliquato abbia la sua importanza. Non esiste altrove una raffigurazione simile ad esso, cioè una rappresentazione simbolica della predicazione evangelica espressa in questi termini. Lo scultore vi ha raffigurato una leonessa priva di ali che non mostra fierezza (coda tra le gambe), la penna in una zampa (di solito c'è la spada), il vangelo da cui sgorga l'acqua che lava il peccato (raffigurato dal demonio), la corona della santità, che è anche corona della città che ha eletto il santo a proprio protettore, due figure antropomorfe che sorreggono la corona e il cui corpo termina con elementi naturali.
Sfido chiunque a trovare una iconografia simile alla nostra. Non esiste, non perchè lo dica io, ma perchè quasi ovunque la simbologia religiosa ha finito per essere sostituita dalla figura del leone di San Marco, simbolo della potenza della Repubblica marinara di Venezia.
Lo ripeto: non esiste una rappresentazione di San Marco Evangelista o di una città che ne porta il nome, avente gli elementi sopracitati: leone, vangelo, battesimo, peccato. Per coloro che hanno anche un minimo di cultura religiosa, balza subito alla mente che in questa sequenza sono racchiuse le parole del Vangelo di Marco che annunciano tramite il Battista la venuta del Cristo. Mi sbaglio?

L'opera è senz'altro di produzione locale, per l'esecuzione che denota scarsissima esperienza scultorea, ma proprio per questo, ritengo che essa vada preservata, trattandosi di uno dei rari esempi di manufatti lapidei nostrani. Si tratta di un'opera di nessun pregio artistico, ma di grande valore storico-religioso.



San Marco Argentano, 27 maggio 2023

Paolo Chiaselotti

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