Indice Genealogie
GENEALOGIE SANMARCHESI


DE PASQUALE



Il sei gennaio del milleottocentodiciannove nacque una bambina di nome Aurelia. Inizierò attraverso di lei la storia di una famiglia sammarchese -anche se le sue origini più remote vanno ricercate altrove- giunta fino ai nostri giorni, che rappresenta un esempio delle tante modificazioni socio-economiche avvenute nel nostro comune a cavallo tra due secoli.
Partirò dal nome, rilevando che esso era alquanto raro, e nel caso in questione fu il secondo ad essere attribuito ad una nata su un totale di dieci nell'arco di mezzo secolo. Il cognome era Pasquale.
Credo che alla maggior parte dei lettori le due cose non dicano assolutamente nulla, mentre a me, che ho avuto modo di "contare" le preferenze onomastiche e le presenze di cognomi di diverso genere, sapere che a San Marco solo alcune famiglie battezzarono le proprie figlie con il nome Aurelia, fa nascere una certa curiosità. Soprattutto notando che il primo nome fu imposto tre anni prima, nel milleottocentosedici, da parte di un genitore con cognome Verta. Anche in questo caso la maggior parte di voi si chiederà quale curiosità possa destare questa seconda "scoperta".
C'è qualcosa che forse sfugge a chi da tanti anni vive in Calabria e cioè che oltre ai Normanni di cui andiamo fieri, le nostre terre attirarono un'infinità di popolazioni di diversa origine, alcune delle quali hanno conservato lingua usi e costumi, come le popolazioni di origine arbereshe, mentre altre come i Valdesi, sopravvissute alle persecuzioni e allo sterminio nel sedicesimo secolo, si dispersero nei territori più prossimi a quelli in cui avevano trovato originaria ospitalità, e in modo particolare a Guardia Lombarda, poi detta Piemontese, e a Montalto Uffugo.
La diaspora di quelle popolazioni fu la conseguenza dell'adesione al Protestantesimo e in particolare all'aver seguito gli appelli a fondare una nuova chiesa da parte del pastore calvinista Gian Luigi Paschale.
Molti dei cognomi che tuttora sono presenti nel nostro comune hanno quell'origine e la loro presenza a San Marco -ma non solo- è dovuta sia alla vicinanza dei luoghi in cui stabilirono la loro sede in origine, vedi Guardia e dintorni, e sia alla sede vescovile, che avendo sotto di sè varie parrocchie, poteva "accogliere" e ridistribuire sul territorio quell'enorme massa di persone scampata alle persecuzioni o per abiura o perchè orfani. Chi si occupò di questo grande compito di recupero sociale furono senz'altro i Gesuiti, già impegnati a contrastare il diffondersi delle eresie luterane e calviniste, di cui i Valdesi calabresi si stavano nutrendo.
Del resto non si spiegherebbe la presenza di tanti cognomi con origini "lombarde", termine con cui venivano genericamente indicate le popolazioni del nord, e il fatto che in un buon numero di esse troviamo persone che sapessero scrivere, cosa insolita per artigiani o braccianti vissuti in un secolo in cui l'istruzione era retaggio solo delle classi ricche.
Molti di loro ebbero certamente accoglienza e formazione in istituti ecclesiastici,mentre non è escluso che altri conservassero l'uso della lettura diretta delle sacre scritture.
Ritornando al cognome in questione, Pasquale, troviamo anche altre conferme alla nostra ipotesi. Qualche anno più tardi nacque un fratello di Aurelia, al quale i genitori misero il nome di "Baltasarre" (sic!), con espresso riferimento all'etimo spagnolo e non alla forma italianizzata di Baldasarre, che comparirà comunque negli atti successivi. Ma chi erano i genitori di Aurelia e Baltasarre? Il padre si chiamava Antonio Pasquale, era un sarto, sapeva firmare, e quindi dobbiamo supporre che sapesse leggere e scrivere, abitava nel quartiere sottostante la piazza, l'antico quartiere ebraico della Giudecca, quello fornito di locali e botteghe, che in quei primi anni dell'Ottocento potevano beneficiare di acquisti e committenze privilegiate.
La moglie, Maria Saveria Salerno, era una filatrice, come le tante eredi delle antica professione della coltivazione e filatura dei bozzoli di seta. Era figlia di Pietro Salerno, un tavernaro con osteria nel quartiere anch'esso privilegiato del Puzzillo, e di Giuditta Guadino, un altro bel nome da incorniciare nella galleria degli antenati "lombardi".
Il saper fare e il darsi da fare era quasi un imperativo religioso, che forse le immagini degli sposi fiamminghi rendono più delle parole: Pietro e Giuditta avevano solo figlie femmine. Le accasarono tutte, o meglio accasarono i loro mariti, tutti decisi a darsi da fare per metter su famiglia.
Anche Baldasarre, seguendo l'esempio degli avi, seppe affermarsi. Sarto e alfabettizzato come il padre - ma anche come il nonno Nicola, mugnaio e perito di campi- si sposò con Violanda Sagula (altro bel nome e cognome, raro, da appendere in galleria) e per prima cosa restituì al suo cognome quel De patronimico che un'altra famiglia omonima vantava da tempo, avendolo tratto dall'originario atto di battesimo in latino.
Baldasarre De Pasquale e Violanda Sagula (la cui madre, tu guarda il caso!, aveva come cognome il nome del nostro primo progenitore) si diedero da fare come etica e fede imponevano: Angelina, Filomena, Giovanna, Antonio Francesco, Pietro ed Errico, dal 1860 al 1875, tagliando e cucendo abiti secondo la moda del tempo. Nobili e galantuomini, però, non garantivano più il lavoro di una volta; i tempi erano cambiati e gli scambi con i paesi albanesi erano quelli che offrivano maggiori possibilità di guadagno. E così la vecchia bottega sartoriale si spostò sotto la nuova casa che Baldasarre aveva acquistato sulla strada che portava ai castagni partendo dalla Piazza di sopra.
Il resto è storia ... recente.

Avrei un piccolo scrupolo se non accennassi anche all'altra famiglia De Pasquale esistente in quegli anni. Abitava quel palazzetto che fu dei signori De Pasquale Pizzuti, ma poichè l'attività del capostipite -era cancelliere- lo portò a spostarsi in vari comuni del mandamento, non abbiamo né estese discendenze e né notizie che possano darci un quadropiù ampio su questa famiglia.

Per entrambi i ceppi rinviamo il lettore alla pagina sulla genealogia delle famiglie De Pasquale

In alto le foto di un figlio di Baldasarre e di un nipote

San Marco Argentano, 6 gennaio 2021

Paolo Chiaselotti

"GENEALOGIE" e "ACCADDE OGGI" sono due rubriche curate da Paolo Chiaselotti
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