Indice Genealogie
GENEALOGIE SANMARCHESI


DOMANICO.



Voglio iniziare la storia di questo cognome partendo da un altro ad esso legato, o meglio partendo da una persona che pur avendo un altro cognome era universalmente -mi riferisco all'università1 di San Marco- con quello in esame.
E vi dirò, per il gusto di rendere la questione ancor più intricata, che la maggior parte delle persone credeva che esso non fosse affatto il suo cognome, e neppure un cognome, bensì un attrezzo da lavoro o meglio ancora un pezzo di esso: il manico.
Senza cadere nel lubrico, anch'io ero convinto che il signor Gino fosse chiamato "du manicu" per una sua innata capacità di usare qualsiasi attrezzo da lavoro, nel modo appropriato e nelle occasioni opportune. Aggiungo che l'espressione "sa' fa' tuttu adduvi u mindi mindi" riferito alle sue capacità lavorative era talmente appropriata da confermare che quella specie di appellativo altro non era che la sintesi estrema del suo saper fare.
Mi pare già di scorgere il sorriso malizioso di qualche lettore di fronte a questa stravagante introduzione e quindi passo subito a chiarire la faccenda: il signor Gino si chiamava Veniace, ma come spesso accadeva e come ho avuto modo di spiegare in altre storie di cognomi, essendo le origini paterne cosentine, era chiamato con il cognome materno Domanico, dialettizzato in Dumanicu, più conosciuto e ramificato a San Marco Argentano, perchè qui presente da oltre un secolo.
Insomma la madre del signor Gino, Agata Pasqualina Domanico, era più conosciuta di Sante Veniace, il padre, e l'involontaria attribuzione di quel soprannome altro non era che il cognome materno.
L'origine di questo cognome proviene dall'omonimo paese della presila e, in quanto tale, il cognome viene catalogato tra quelli derivati da luoghi circoscritti chiamati toponimi. Sia il comune che il cognome hanno una loro voce dialettale in Dumanicu. In verità il luogo di origine di questo ceppo, come di altri ceppi presenti a San Marco fin dall'Ottocento, non era Domanico, ma Rogliano, o Rugliano come era chiamato un tempo. Nel caso di Agata Pasqualina che era nata a San Marco nel milleottocentottantasette, non il padre Pietro Maria, nè il nonno Domenico, ma il bisnonno Lorenzo era nato a Rugliano. Era la fine del Settecento, precisamente il millesettecentonovantacinque. Quindi Agata Pasqualina era presente a San Marco da tre generazioni, una presenza "secolare" potremmo dire, che dava il pieno diritto ai Domanico di Rogliano di potersi definire sammarchesi a tutti gli effetti. Un tempo talmente ampio nel quale solo il ceppo da noi preso in considerazione, cioè quello originato da Lorenzo aveva "cosparso" il territorio con oltre una ventina di discendenti. Per non parlare degli altri ceppi con lo stesso cognome, anch'essi di Rogliano, presenti a San Marco da varie decine di anni.
Andando a ritroso da quell'Agata Pasqualina da cui siano partiti, il padre si chiamava Pietro Maria, ed era figlio di Domenico Domanico, che dai documenti dell'epoca sappiamo che era gendarme della guardia civica, decorato dal re Ferdinando di Borbone per aver ucciso un brigante.
Pietro Maria si sposò due volte dando origine alla gran parte dei Domanico presenti a San Marco, un altro cospicuo ramo fu quello generato dallo zio Vincenzo Antonio, fratello di Domenico, sposato con Maria Innocenza Lombardi.
Questo vasto albero Domanico, assieme ad altri minori, è pubblicato sul sito L'Ottocento dietro l'angolo assieme ad ulteriori notizie sui membri delle varie famiglie Domanico.


1 Con questo termine in origine erano indicati i Comuni.
  Nella foto di apertura Vincenzo Domanico (1894), a destra, figlio di Pietro e della seconda moglie Carmela Piemonte, negli USA.


San Marco Argentano, 18 marzo 2021

Paolo Chiaselotti

"GENEALOGIE" e "ACCADDE OGGI" sono due rubriche curate da Paolo Chiaselotti
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