Indice Genealogie
GENEALOGIE SANMARCHESI


PALADINO.



Nonostante i Paladino non fossero originari di San Marco e benché solo una persona fosse nata del nostro comune, tuttavia il loro legame con una famiglia del luogo divenne l'occasione di una serie di eventi protrattisi da metà Ottocento fino ai nostri giorni. Raccontare la storia di oggi è come addentrarsi in una galleria con decine di diramazioni.
Tutto ebbe inizio con il matrimonio di un proprietario di Roggiano Gravina, Battistino Antonio Paladino, con una giovane appartenente ad una importante famiglia sammarchese, Brigida Aquilina, figlia di Emiddio De Pasquale, cancelliere, e di Raffaela Cristofaro. Era l'11 aprile del 1864. L'anno successivo fu registrato il nome di un altro Paladino, di nome Luigi, anch'egli di Roggiano, di professione agrimensore, cugino in primo grado di Battistino.
In quegli anni quasi tutti i matrimoni erano "combinati" da familiari, compari o conoscenti. Non sappiamo chi avesse messo in contatto le due famiglie, ma è molto probabile che proprio la presenza a San Marco di Luigi Paladino, agrimensore, impegnato in perizie giurate e in questioni demaniali, possa essere stata l'occasione di contatti professionali con il cancelliere De Pasquale. Ci fu anche la presenza di Stefano Paladino1 (fratello di Luigi?), testimoniata dall'autore della Cronistoria Salvatore Cristofaro, ovvero di un educatore che con Vincenzo Padula e Leopoldo Pagani insegnò presso il locale seminario. Anch'egli potrebbe aver contribuito al legame matrimoniale anzidetto, visto che un cognato di Emiddio De Pasquale, Carlo Cristofaro, era stato allievo del seminario.
Tra le famiglie Paladino e De Pasquale dovette stabilirsi un forte vincolo non solo parentale, ma di amicizia, visto che nel 1866 in casa De Pasquale nacque l'ultimo figlio di Luigi Paladini, Osvaldo, il protagonista della nostra storia. Non è escluso che Emiddio o Battistino avessero dato ospitalità a Luigi, alla moglie di questi Maria Rosa Minervini e ai loro tre figli, proprio per la gravidanza in età non più giovane della donna -aveva quarantadue anni- in un periodo in cui il marito, come risulta dagli atti del consiglio, era impegnato a San Marco come regio agrimensore e amministratore comunale.

Questa è la premessa, ora consentitemi un salto di quasi un secolo per dirvi come e perché questa famiglia e in particolare Osvaldo Paladini, l'unico con questo cognome nato a San Marco, siano diventati oggetto di un mio particolare interesse. Tutto ebbe inizio negli anni Cinquanta, quando un mio zio, ogni qual volta passavamo dinanzi la casa De Pasquale, mi ripeteva che lì era nato l'ammiraglio Osvaldo Paladini. Non solo gli prestavo scarsa attenzione, ma il fatto che un ammiraglio fosse nato in un paese circondato da montagne, a me, nato e vissuto a Trieste, appariva un'assurdità, che con il senno di poi si trasformò prima in dubbio e quindi in curiosità. Passati quasi cinquant'anni, mi chiesi se realmente fosse esistito un ammiraglio di nome Osvaldo Paladini e iniziai una serie di ricerche in rete. Allora, parlo di oltre venti anni addietro, riuscii a trovare soltanto una stringatissima informazione su un sito tedesco: soldat a fianco del nome.
Quando, però, trascrivendo i registri anagrafici dei nati a San Marco nell'Ottocento, mi capitò di imbattermi nel suo atto di nascita, decisi di pubblicare sul sito L'Ottocento dietro l'angolo, da me creato, un piccolo albero genealogico formato da Osvaldo Paladini e dai suoi genitori, chiedendo se qualcuno potesse confermare che la persona nata a San Marco Argentano il 26 dicembre 1866 fosse un ammiraglio.
Qualche anno dopo un suo pronipote mi inviò la prova tangibile che mio zio aveva ragione. Allegata alla e-mail c'era la fotografia, scattata a Roma nel cimitero del Verano, della tomba con la scritta " Ammiraglio di squadra Osvaldo Paladini commendatore dell'Ordine Militare di Savoia nato a San Marco Argentano il 26 12 1866 deceduto a Roma 22 3 1936 " .
Quando ho paragonato, all'inizio, la storia dei Paladino ad un percorso cunicolare con tante diramazioni, non ho affatto esagerato. Ancora oggi, dopo tanti anni, mi sembra quasi impossibile che quel piccolo indizio abbia finito per diventare ... "l'esumazione" di una figura prestigiosa della storia nazionale. Voglio raccontarvela cosí come accadde perché possiate rivivere gli avvenimenti successivi e le emozioni che provai.
Dopo aver ricevuto conferma che a San Marco era nato l'ammiraglio Osvaldo Paladini, mi misi alla ricerca di altre informazioni.
Un giorno ebbi la fortuna di imbattermi sul sito E-Bay in una riproduzione della prima pagina del"La Domenica del Corriere" di gennaio del 1912, in cui compariva l'immagine di un ufficiale che sulla prua di una nave sollevava in segno di vittoria la bandiera italiana e la didascalia con il nome del comandante dell'incrociatore Piemonte, il capitano Osvaldo Paladini, che aveva diretto l'attacco e l'affondamento di due navi turche nel porto di Kunfidah.
Oggi, chiunque di voi può trovare un'infinità di notizie sulla prima vittoria navale della guerra italo-turca -o di Libia come si diceva al tempo del conflitto- ma nella scarsità di notizie del periodo delle mie ricerche, quella figura disegnata di spalle dall'illustratore Achille Beltrame mi apparve come il raggiungimento tangibile dell'obiettivo che mi ero da tempo proposto: verificare la notorietà della persona tanto decantata da mio zio. Il "famoso ammiraglio Paladino" (lui lo chiamava così) era stato realmente protagonista della vittoria nell'immediatezza dello scoppio del conflitto italo-turco, per non dire che sapevo benissimo, da quando ero bambino, che in quell'inizio d'anno, il 1912, ci fu a San Marco Argentano una qualche manifestazione patriottica, a causa della quale mio nonno materno, consigliere comunale, prese una infreddatura, con conseguente polmonite, che lo portò alla morte il tredici febbraio di quello stesso anno.
Ritornando alla mia scoperta, dopo alcuni giorni ricevetti altre informazioni sulla vita di Osvaldo Paladini dal pronipote, un ex ambasciatore italiano, stabilitosi negli Stati Uniti, che aveva raccolto e conservava più di un cimelio sull'illustre antenato: lettere, fotografie, documenti, decorazioni. Non fece in tempo ad acquistare quella pagina della Domenica del Corriere perché era stata già venduta all'asta in rete, ma ne trovò un'altra in cui soldati al fronte apprendevano la notizia della vittoria navale a Kunfidah.
Ritenni doveroso fare tre cose: invitare l'ambasciatore a visitare i luoghi di origine dell'avo materno, aprire una pagina su wikipedia dedicata al nostro illustre concittadino, ricostruire l'albero genealogico della famiglia recandomi all'archivio di Stato di Cosenza. Riuscii in tutti i miei propositi, non per caparbietà ma per amore. Il resto venne da sè.
E venne in una misura che mai avrei immaginato, con la presenza dell'ambasciatore Giovanni Ferrero, accompagnato dalla moglie, a San Marco Argentano, un convegno scolastico per una inedita pagina di storia. E qualche anno dopo una seconda visita di Giovanni Ferrero e del fratello Enrico, giunto appositamente dalla Danimarca dove risiedeva. Il suo viaggio in Italia fu l'occasione per raccogliere un'ulteriore documentazione, trasferita in una memoria esaustiva sulla figura di Osvaldo Paladini, non solo per quell'episodio che sollevò orgoglio nazionale e curiosità, ma soprattutto per l'attenzione agli aspetti geografici, sociali e culturali vissuti dall'ammiraglio, allora capitano, in varie missioni esplorative e diplomatiche.
La ricostruzione della genealogia di questa famiglia ha consentito ai fratelli Giovanni ed Enrico, di incontrare persone della vicina Roggiano e di San Marco con cognome Paladino, e a me di sentirmi partecipe dei sentimenti di affetto scambiati tra loro e i lontani consanguinei, alleviando il rimorso di non aver dato credito ad uno zio, un po' avanti negli anni, in vena di tediose reminiscenze.

Vedi anche
San Marco Argentano, 11 aprile 2021

Paolo Chiaselotti

In alto una foto dell'ammiraglio e un fazzoletto commemorativo della battaglia di Kunfidah

"GENEALOGIE" e "ACCADDE OGGI" sono due rubriche curate da Paolo Chiaselotti
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