Indice Genealogie
GENEALOGIE SANMARCHESI


RINALDI



La storia di questa famiglia inizia con la registrazione di un atto di morte nel lontano 1810. Parliamo quindi di una presenza ininterrotta a San Marco di oltre due secoli. Dall'atto riguardante un bambino di poche settimane ricaviamo i primi dati su questa famiglia. Il padre si chiamava Gaetano Rinaldi, usciere, la madre Maria Francesca Piomonte. Per entrambi viene usato il titolo di signori. Abitavano nel quartiere Sant'Antonio Abate.
Per sapere qualcosa di più su Gaetano dovremo attendere (che strano parlare al presente del futuro del passato!) la morte di Maria Francesca e le seconde nozze di lui.
Chi non ha esperienze di ricerche genealogiche deve sapere che i certificati di matrimonio sono le maggiori fonti di informazione sulle ascendenze familiari e più ancora i documenti -riguardanti genitori e avi- che gli sposi dovevano presentare. Tali documenti erano allegati all'atto di matrimonio in un fascicoletto comunemente chiamato "processetto", che riporta non solo i nomi delle persone interessate bensì anche i luoghi, date, testimoni, cause della morte -se violenta- ecc. Insomma una vera miniera di informazioni.
Ecco perchè posso dirvi ora che Gaetano Rinaldi alla data del suo secondo matrimonio avvenuto il ventidue gennaio del 1835 - dopo soli quattro mesi dalla morte della prima moglie, avvenuta come oggi - era un attempato signore di cinquantasei anni con cinque figli, il maggiore di venti anni l'ultima di dieci sopravvissuti ad una nidiata di otto procreati nell'arco di quasi vent'anni. Da quella notizia iniziale risalente alla morte della primogenita nel 1810 da cui avevo ricavato pochissime informazioni, ecco che ora, grazie a matrimonio e processetti posso dirvi di chi fosse figlio: il padre si chiamava Vincenzo, il nonno paterno Pietro, Rosa Caputo la madre. Era nato a Rogiano (all'epoca così chiamata) intorno al 1780 e anche in questo atto risulta usciere. Era vedovo, come già detto, di Maria Francesca Piomonte, figlia di Marco e di Felicia Tarantino, morta all'età di quarantadue anni circa.
Forse vale la pena di soffermarci sulle ascendenze della prima moglie perché ci aiutano a delineare meglio quegli aspetti socio-economici che avevano portato tra fine Settecento e inizi Ottocento alcune famiglie a "misurarsi" con quelle storicamente presenti e di affermare nel contesto sociale dell'epoca una qualche superiorità rispetto al proletariato. Le classi nobili e quelle dei cosiddetti galantuomini, proprietari e professionisti, erano le uniche i cui rappresentanti erano chiamati con l'appellativo di signori e il nome era preceduto dal don onorifico.
Gaetano e i suoi familiari sono registrati come signori e il loro nome è preceduto dal don riservato alle classi anzidette. Gaetano non era nè nobile, nè gentiluomo o galantuomo come allora si diceva. Però una nuova definizione, quella di civile, comincia a far capolino nella società dell'epoca, con riferimento a coloro che si trovavano nella posizione intermedia tra il lavoratore e il galantuomo. Chi erano questi? I primi furono i massari, cioè coloro che erano proprietari o amministratori di terreni.
La moglie, Maria Francesca Piomonte, era figlia di un massaro e anche nella famiglia materna i capifamiglia Piomonte e Tarantino svolgevano le stesse mansioni. In un atto successivo scopriamo che Gaetano era anche agrimensore. Da tutto ciò consegue la particolare attenzione che le classi subalterne riservavano a queste famiglie. Il fatto che i membri sapessero leggere, scrivere e far di conto, come si diceva allora, portava alcuni di loro ad occuparsi non solo di amministrazioni private, ma anche pubbliche: comuni, cancellerie e tribunali. Gaetano fu anche consigliere, segretario del consiglio e svolse incarichi di controllo su pubblici lavori.
Questa ampia premessa non è casuale nel caso della famiglia Rinaldi, perchè la seconda moglie di Gaetano apparteneva ad una famiglia in cui questo passaggio sociale era avvenuto da più tempo: i Baratta.
Dal matrimonio di Gaetano con Maria Giuseppa Baratta, più giovane di vent'anni almeno, nacquero cinque figli: il primogenito Luigi (Luigino Pasquale) sposò una giovane di Maratea, Maria Rosa Carrano, un altro, Michele, una giovane del luogo Eloisa De Rosa. Con loro, come con i figli della prima moglie, viene a cessare quell'attribuzione del don onorifico. Luigi è indicato come civile, Michele per la sua professione: sarto. Anche Pietro, figlio di Gaetano con la prima moglie, passa dal privilegio al semplice appellativo di civile e quindi di molinaro. Insomma il mestiere e la proprietà, e non più la posizione sociale, diventano il tratto distintivo delle nuove generazioni. Michele proverà anche l'esperienza dell'emigrazione.
I matrimoni contribuiscono a mantenere quei rapporti sociali ed economici che consentono un tenore di vita superiore a quello del bracciantato urbano e rurale. Le famiglie a cui si legano sono di tradizione artigiana, muratori e falegnami. E poichè tutti avevano un discreto grado di istruzione questo si estese anche all'amore per la musica e l'opera che nell'Ottocento erano, assieme alla pittura, le passioni dell'epoca.
Lo riscontriamo anche attraverso i nomi che le famiglie Rinaldi e Fragale avevano dato ad alcuni discendenti: Amlet, Radames, Amneris.
Dove abitarono? Gaetano prima nel quartiere San'Antonio Abate, quindi alla piazza di basso e infine nell'attuale via Pasquale Candela, allora chiamato il quartiere sotto le Monache. Luigi alla via Occidentale, corrispondente all'attuale via Mirabello, Michele all'inizio di via Negroni oggi via Roma.
A quel tempo, e per molti anni ancora, le abitazioni erano parte della dote che le mogli portavano ai mariti, quindi dobbiamo pensare che i predetti domicili erano i luoghi di nascita delle spose.
Proseguendo l'esame dell'albero genealogico troviamo che un figlio di Luigi, Angelo Raffaele, comunemente chiamato con il secondo nome, si sposò due volte, la prima con una Fragale da cui ebbe i figli, e quindi con Clarice La Valle, sorella di Adolfo, sacerdote e scrittore.
Da Raffaele discendono tutti i membri del ceppo Rinaldi che noi conosciamo. L'altro figlio, di cui abbiamo fatto cenno, Michele sposato con Eloisa De Rosa, ebbe tra gli altri figli un Gaetano sposato con Maria Teresa Talarico e Maddalena sposata con Salvatore Manieri. Per le persone più anziane anche questi ultimi cognomi sono indicativi di persone che in qualche modo hanno rappresentato una pezzo di storia della nostra città.

Nella foto in alto, gentilmente fornita dagli eredi di Sergio Rinaldi, Angelo Raffaele con la moglie Erminia Fragale e alcuni figli. Sotto l'albero genealogico Rinaldi. Vedi anche pagina sulla famiglia.

San Marco Argentano, 19 settembre 2018

Paolo Chiaselotti


Albero genealogico Rinaldi
"GENEALOGIE" e "ACCADDE OGGI" sono due rubriche curate da Paolo Chiaselotti
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