Indice Genealogie
GENEALOGIE SANMARCHESI


VIGGIANO.



Voglio iniziare la storia di questo cognome, presente a San Marco dal milleottocentottantotto, con la morte di un giovane di ventiquattro anni, avvenuta esattamente otto mesi prima della fine della Grande Guerra.
A differenza di altri giovani che morirono e furono sepolti nei campi di battaglia, il giovane Viggiano morì a San Marco a causa di un'infezione che gli evitò la partenza al fronte, ma non la morte.
Aveva un nome poco usato dalle nostre parti e in gran parte d'Italia, Cono, ma era comunemente chiamato e conosciuto con il secondo nome, Amerigo.
Un fratello, Remigio, assieme a due amici sammarchesi, tornati sani e salvi dalla guerra, per ringraziare San Francesco di Paola di cui erano devoti, diedero un cospicuo contributo per la festa religiosa e la processione svoltasi il dieci ottobre del millenovecentoventuno. Remigio non riuscì a vederla, morì dieci giorni prima. Erano due zii materni della mia prima moglie e so bene, per averne sentito i racconti, quanto la morte di questi giovani avesse lasciato nello sconforto genitori, fratelli e sorelle.
I genitori si chiamavano Vincenzo Viggiano e Agnese Luisi, entrambi di Torraca, un piccolo centro del salernitano, vicino Sapri.
Vincenzo e Agnese avevano già perso altri figli in giovanissima età, e altri due maschi moriranno nel secolo successivo nel pieno delle loro forze, ma ciò non impedì che questo ceppo -ne arriverà un secondo, sempre da Torraca- intraprendesse la via del commercio e più tardi dell'industria.
Ma come e perchè dei "mercadanti", per usare il termine con cui venivano chiamati i commercianti nell'Ottocento, giunsero a San Marco da un piccolo centro della Campania, limitrofo alla Basilicata? Non furono i primi, in quanto già nel XII secolo aveva fondato una propria "colonia" a San Marco gente proveniente da Amalfi, come è attestato dalla chiesa di San Giovanni degli Amalfitani, la cui esistenza è documentata in un atto di compravendita del 1209.
Furono i primi a scegliere la nostra sede come luogo per i loro traffici sul territorio, poi dopo un lunghissimo periodo di cui non abbiamo documentazione, troviamo un consistente flusso di famiglie giunte da Positano agli inizi dell'Ottocento, per poi arrivare a questi nuovi arrivati dal lembo più estremo della Campania, Torraca.
Ma chi furono gli "apripista" di questa discesa? Dagli atti anagrafici e dello stato civile, scopriamo che il capostipite del ceppo Viggiano di cui abbiamo parlato, Cono Viggiano, padre di Vincenzo, era sposato con una tal Rosaria Brandi. Quest'ultimo cognome compare già nel milleottocentosettantacinque con la figura di un "mercadante", un cinquantenne di Torraca, residente a San Marco Argentano, di nome Nicola, il quale in quell'anno sposa una giovane donna del luogo, Maria Gaetana Pagano che ha la metà dei suoi anni e che appartiene ad una famiglia di "ferrari", sia per parte paterna che materna, una categoria che a quei tempi godeva di un discreto tenore di vita.
Non sappiamo se Nicola Brandi e Rosaria Brandi, entrambi di Torraca, fossero parenti, ma senz'altro le due famiglie si conoscevano, per cui dobbiamo ritenere che Nicola fu colui che suggerì o favorì la venuta dei Viggiano, o per meglio dire del primo ceppo dei Viggiano, al quale seguì dopo qualche decennio -siamo sul finire dell'Ottocento- un secondo ceppo, formato, guarda caso, anch'esso da un Vincenzo Viggiano e da una Luisi, con l'unica differenza che il nome di quest'ultima era Carmela. Vista la coincidenza dei nomi è molto probabile che i due Vincenzo fossero figli di due fratelli, rispettivamente Cono e Giuseppe. Anche le rispettive mogli dovevano avere un legame di parentela, ma ne ignoriamo il grado.
Il fatto è che tutti erano commercianti, o industrianti, come a volte si usava definire coloro che importavano merci e ne facevano commercio. Ma perchè ci fu questo accorrere di persone e famiglie dedite al commercio? Per tutta una serie di motivi: perché negli anni Settanta/Ottanta era stata costruita la linea ferroviaria, Paola aveva apprestato un piccolo porto per lo scarico delle merci, era stata ampliata la rete stradale, San Marco Argentano era uno dei Comuni con maggiore estensione territoriale, ma soprattutto perché tutti i piccoli centri del circondario confluivano su San Marco per gli acquisti e per le fiere che vi si svolgevano.
Il secondo ceppo dei Viggiano, con i fratelli Vincenzo e Paolo (Pietro Paolo era il suo nome in onore del Santo Patrono di Torraca), fu il primo ad impiantare un emporio con vendita di ogni genere di prodotti, e col tempo il primo a installare la pompa per la vendita di carburante. Il primo ceppo unì al commercio al dettaglio di tessuti e oro, l'industria molitoria e quella elettrica. Insomma si può dire che i Viggiano di Torraca avevano fiutato l'aria che tirava e seppero approfittarne anche nei momenti di crisi.
Contrariamente a quanto si può pensare, non fu l'esclusività dell'offerta a favorire la loro espansione commerciale, ma il fatto che a San Marco esistessero altre imprese, anche dello stesso genere, che rendevano la città un polo di attrazione sia per acquisti, che per insediamenti e nuovi investimenti. Fu grazie a queste figure, unitamente agli artigiani e agli agricoltori, che nel millenovecentododici nacque una Cassa Cooperativa di Credito per finanziare le iniziative e per mettere a frutto i risparmi e guadagni.
E la morte, quella con cui ho iniziato questa pagina? Beh, quella continuò a fare il suo corso, ma non fu essa a far chiudere i battenti ai tanti commercianti e produttori dell'epoca e delle generazioni successive, anzi considerata la sua ineluttibilità anch'essa finì per diventare una risorsa.

Vedi anche genealogia Viggiano

San Marco Argentano, 4 marzo 2021

Paolo Chiaselotti

"GENEALOGIE" e "ACCADDE OGGI" sono due rubriche curate da Paolo Chiaselotti
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