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		Milano per poi raggiungere Pavia in bici e proseguire, quindi, sulla Via Francigena fino a Roma.
		Arrivate a Milano per fortuna il traffico era quasi inesistente, dato il giorno festivo, anzi, c'erano le 
		manifestazioni del Primo Maggio. Dopo un salto al Duomo e un cappuccino e cornetto (non potevano mancare), 
		ci siamo avviate sul percorso per trovare la pista ciclabile del Naviglio Pavese.
		Lì, abbiamo già avuto la prima impressione positiva: una vera pista ciclabile, lontana dal traffico, 
		in piena sicurezza. E così abbiamo raggiunto Pavia, iniziando a trovare i cartelli della Via Francigena 
		che ci hanno guidato in questo primo giorno fino a Spessa Pò, per un totale di 50 km. 
		C'è da dire che la tappa prevista è stata accorciata dopo una seconda bucatura! La prima l'abbiamo riparata 
		alla grande, ma poi, non avevamo più camere d'aria di riserva. Per fortuna abbiamo incontrato persone straordinarie
		che lavoravano nelle risaie. Ci hanno accompagnate al nostro Ostello coi loro pick-up e hanno riparato le 
		due camere d'aria. È stato un grande e bell'inizio, malgrado i problemi tecnici, ricontrare la bontà 
		e la generosità degli Italiani.
		La seconda tappa ci ha portato da Spessa Pò a Fiorenzuola per 80 km, senza  nessuna 
		foratura, ma nei primi 40 km sotto una pioggia battente, che, tuttavia, non ci ha scoraggiate e, soprattutto, non ci ha tolto 
		il sorriso.
 Dopo una sosta nella bellissima Piacenza, siamo, infatti, ripartite con i vestiti asciutti e con il
		sole che ci ha accompagnate fino a Fiorenzuola.
		Le 'cose serie' hanno inizio dalla terza tappa di 87 km con 1380 metri di dislivello da superare, 
		di cui 10 km con una bella pendenza del 9 %! Le gambe che bruciano, la fatica che si fa sentire e in aggiunta
		al km 67 un'altra foratura con l'arrivo imprevisto della pioggia ! 
		Ecco di nuovo la bontà altrui che ci soccorre: si fanno avanti persone gentilissime che ci aiutano 
		a riparare e, inoltre, ci offrono una tazza di tè nell'attesa che la pioggia si calmi per poter procedere 
		fino a Berceto. 
		L'indomani da Berceto scaliamo il passo della Cisa che, dopo la gravosa salita della vigilia, ci è sembrato 
		molto facile. Sul passo, una bellissima cappella dedicata alla Madonna merita una visita ed una preghiera. Poi si scende 
		fino ad Aulla dove pernottiamo presso uno splendido agriturismo in mezzo al nulla che si trova già in altura e ci 
		farà risparmiare un po' di dislivello per l'indomani.
		Al quinto giorno raggiungiamo il mare, dopo aver percorso la salita fino a Fosdinovo. Anche questa è
		molto gradevole, con pendenze non troppo eccessive e una magnifica vista sulle Alpi Apuane. Si scende 
		verso Sarzana dove si ammira il suo Duomo tutto in marmo bianco (Massa Carrara è a due passi). Poi, lungo 
		mare fino a Pietrasanta; una pausa sulla spiaggia con bagno è d'obbligo.
		La sesta tappa è più lunga con 83 km e 684 metri di dislivello, ma l'arrivo in Toscana ci rallegra. Visitiamo
		Lucca, dove facciamo, anche la pausa pranzo, e Altopascio, anche qui con pausa, questa volta per un gelato. Il percorso termina con 
		una ripida arrampicata verso il bel paesino di San Miniato, dove compriamo qualche prodotto tipico ed una bottiglia di vino della casa 
		per la nostra cena (c'è sempre spazio nel bagaglio per le prelibatezze del luogo !).
		Il sette maggio ripartiamo da San Miniato in direzione Siena, con una prima salita verso Gambassi Terme, 
		dove incontriamo altri ciclisti pellegrini provenienti dal Lago di Garda. Poi procediamo verso San 
		Gimignano confuse in mezzo a parecchi turisti in bici come noi. Arrivate a San Gimignano, dopo il 
		pranzo e la visita del paese, arriva un forte temporale. Sedute sugli scalini della chiesa, 
		aspettiamo che la pioggia smetta, quando un pellegrino, mosso a pietà verso di noi, ci offre la sua coperta di 
		sopravvivenza per tenerci al caldo.  Dopo quarantacinque minuti d'attesa, nonostante continuasse a piovere, decidiamo
		di ripartire, dato eravamo ancora lontane da Siena, dove eravamo dirette. Pioveva tanto che avevamo la sensazione che 
		ci buttassero l'acqua coi secchi! Arrivate a Poggibonsi, dopo 10 
		km di discesa, eravamo talmente fradice che abbiamo deciso di terminare la tappa col treno, onde evitare 
		raffreddori e malanni peggiori.
		 L'ottavo giorno, arrivate a Siena, l'abbiamo dedicato al riposo,visitando in lungo e in largo quella 
		splendida città !
		Il giorno successivo siamo ripartite per una delle tappe più belle, sui colli tipici Toscani, immersi tra i vigneti e il 
		verde del grano che, col vento, sembrava di vederne le spighe ballare. Il dislivello non ci da tregua con 
		continui sali e scendi, ma il paesaggio ci appaga così tanto che ci scordiamo la fatica.
		La nona tappa ci porta piano piano verso il Lazio, dove raggiungiamo Bolsena ed il suo lago con 
		spiaggia di sabbia vulcanica. La tappa inizia con una prima fermata poco dopo San Quiricio, a 
		Bagno Vignoni, dove sono ancora visibili le antiche terme romane. Per evitare di prendere la strada 
		trafficata e dovere affrontare un'altra salita ripida, decidiamo di prendere una discesa in forte pendenza su 
		sterrato, ma visto che facciamo corpo con le nostre bici, non abbiamo alcun problema. Anche questa 
		tappa è fatta tutta di sali-scendi, con 1363 metri di dislivello ed una salita lunga e difficile verso il 
		paesino di Radicofani, un borgo fortificato che si trova su una cima da affrontare con la forza delle 
		gambe! 
		A Radicofani incontriamo altri pellegrini in bici, Bergamaschi come me ! Rimangono stupefatti della nostra 
		caparbietà nell'affrontare le salite (che bergamasca sarei, allora!)
		La penultima tappa è tutta su sterrato, un'antica via Romana ancora in ottimo stato. Lì non 
		solo le gambe lavorano, ma anche le braccia. Immerse in mezzo al nulla per 53 km, arriviamo nel 
		cuore del Lazio a Vetralla.
		Infine, l'ultimo giorno, la tappa più lunga e faticosa: Vetralla-Roma, 112 km. Praticamente 
		abbiamo ridotto tre delle tappe ufficiali ad una sola ! Attraversando sterminate piantagioni di noccioli abbiamo
		visto Capranica, Sutri, la cascata del Monte Gelato, Formello, percorrendo stradine secondarie fino a Roma. 
		Poi una bellissima pista ciclabile lungo il Tevere ci ha portato al Vaticano: che soddisfazione arrivare a 
		San Pietro in bici !! 
		Alla fine della giornata c'erano poca gente e una luminosità incredibile;
 		abbiamo scattato un sacco di fotografie.
		Questo è il racconto di un viaggio indimenticabile. Abbiamo incontrato persone squisite e generose, 
		visto paesaggi incantevoli, visitato paesini lontani dal mondo moderno, mangiando, ovviamente, 
		divinamente. 
		Sognavo da anni di attraversare il nostro bellissimo Paese in bici e fermarmi in quei posti straordinari. Ecco, ho pensato
		tra me soddisfatta, ci sono riuscita. E non finisce qui! Sono sicura che prima o poi  rifarò un altro viaggio simile a 
		questo, perché, credetemi, ti lascia dentro una traccia indelebile e difficile da interrompere! 
	
	
	
	Roma, 15 maggio 2024
	
	Katia Chianelli