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PASQUALE MANFREDI


S.Ten. Vincenzo Carmelo CirielliPasqualino Manfredi nacque ai 22 di marzo del 1892, a S. Marco Argentano. Quivi la sua prima giovinezza temperandola nei severi studi classici, alunno, prima, nel locale Seminario Vescovile e poi, guidato dal suo vivido ingegno, ottimo autodidatta, epperciņ brillantemente superò gli esami ginnasiali e liceali. Chiamato alle armi, fu soldato nel 58° e nel 51° Fanteria, ma per pochi mesi, perché poi decisosi a prender parte al plotone degli allievi ufficiali, fu appunto Allievo-ufficiale nel 94° Fanteria e Sergente Allievo-ufficiale nel 14°;e nell'ottobre del 1914 fu nominato Sottotenente di complemento , graduato tra i primissimi nei quadri di formazione, Fu assegnato al 19° Fanteria di stanza a Monteleone Calabro [oggi Vibo Valentia] e di là mandato in distaccamento a Cosenza. Così, lo scoppio della santa guerra, che in lui aveva avuto un fervido assertore nella tormentata vigilia della neutralità, lo trovò preparato, saldo, forte. E da Cosenza -l'animo sereno, gli occhi vivacemente pensosi come chi sa di compiere un supremo sacrificio per un supremo dovere- partì per il fronte ai 18 di maggio 1915. Quindi, a capo del suo plotone, prese magnifica parte ai primi aspri combattimenti svoltisi sul basso Isonzo, all'occupazione di Cervignano, Monfalcone, Gradisca e Sagrado; e combattè con indomito valore e magnifico entusiasmo le ardue sanguinose battaglie a Bosco Cappuccio, sul Podgora, sul San Michele, in cui, di due ferite riportate l'una ad una gamba e l'altra al braccio sinistro, non fece pretesto per allontanarsi dalla mischia ma, bensì incitamento più forte pei colleghi e pei soldati. E per la sua condotta folgorante di gloriosa bellezza nei combattimenti come nelle audaci ricognizioni da lui spontaneamente -e vittoriosamente- compiute, si ebbe la proposta per una decorazione e la nomina ad aiutante maggiore del suo battaglione -il II del 19°. Ma lontano dal suo plotone, dai suoi soldati che lo adoravano e che egli ricambiava di pari affetto, non volle restare assai e pregò che fosse rimandato in compagnia, e fu accontentato. Così di nuovo col suo plotone era quando stavasi sferrando l'offensiva del novembre del '915 - l'offensiva che egli aspettava con ansia grande ripromettendosene "i fatti più belli e più grandi" e che non vide! poiché egli l'otto novembre cadde ferito al collo mentre era corso a portare il suo amorevole aiuto ad un "soldatino" ferito; e trasportato all'ospedaletto di campo n° 92 a Romans ivi serenamente si spegneva dopo tre giorni di dolore con rassegnazione santa magnificamente sopportato, l'undici novembre 1915 !
I ventitre anni di Pasquale Manfredi erano così donati interi alla Patria immortale!
Così ne scrisse il Comandante il 19° Fanteria al fratello avv. Saverio: "Egli, come sà, fu ferito l'8 novembre per voler soccorrere un suo soldato ferito alla gamba, in 1° linea, sul S. Michele. Ecco l'atto eroico, e che noi mai dimenticheremo, di suo fratello -ecco l'atto altamente umanitario del Sottotenente Manfredi, che ancora, nell'azione militare del Cappuccio, aveva mostrato d'avere un'anima ed un coraggio tutto calabrese, pieni d'un sentimento fiorito e nobile e delicato, che finalmente! lo sacrificarono in piena giovinezza. È coraggio e conforto -distinto avvocato: la sua famiglia nel nome di Pasqualino Manfredi à dato all'Italia un Eroe e un martire al Cielo. Quanti lo conobbero non possono dimenticare il suo coraggio e l'abnegazione che portava nell'adempimento del prorio dovere. E di questi ufficiali ha bisogno l'Italia nell'era storica che rivive. Quando domani la nostra Calabria dovrà fare il martirologio dei suoi caduti, il nome di Pasqualino Manfredi dovrà stare magnificamente scritto nella prima pagina."
Ma il migliore elogio commemorativo fu sul campo, quando il capitano dell'ottava compagnia diede il triste annunzio al Maggiore, ai soldati presenti -si era nell'imminenza di un attacco- ed il Capitano disse (così l'avv. Michele Arnoni) le lacrime negli occhi e la commozione nel cuore semplicemente e solennemente: "Hanno portato via Manfredi! Quel bravo e valoroso ragazzo. Ah! se ci fosse lui ..." Ma Pasqualino Manfredi, non lontano, agonizzava, moriva, volava nell'Olimpo degli Eroi.

La motivazione della medaglia al valore dice:
"Tenne contegno emerito e lodevole comandando il suo plotone all'attacco di trincee nemiche e contribuendo a raccogliere e riportare al fuoco soldati dispersi: Adempiendo le funzioni di aiutante maggiore in 2° arditamente portò ordini ed informazioni attraverspo zone intensamente battute. In una speciale circostanza, ritornando da una ricognizione, accorse arditamente con un soldato verso la località donde partivano grida di aiuto, e ivi uccideva con un colpo di pistola un nemico facendone prigioniero un altro, e liberando da essi un nostro soldato.
Bosco Cappuccio 18-22 luglio 1915
"



Lettera fam.Manfredi

Nota: L'originale, probabilmente scritto dal fratello avv. Saverio Manfredi, o da altro congiunto, alcuni anni dopo la morte, fa parte di un insieme di documenti sul sottotenente Pasquale Manfredi pubblicati sul sito http: //www.14-18.it. Il Comitato per la Storia del Risorgimento, a cui la famiglia inviò lettera e foto, era stato istituito nel 1906 e nel 1936 confluì nell'Istituto per la Storia del Risorgimento. Poiché tra i documenti compare anche un riferimento ad una richiesta del Ministero dell'Istruzione al Comune di San Marco Argentano fatta nell'anno 1919, lo scritto in questione potrebbe risalire a quell'anno.
Per interessamento del sig. Giancarlo Chianelli, nostro concittadino residente in Svizzera, appassionato di ricerche sui nostri caduti della Grande Guerra, abbiamo appreso che il S.Ten. Pasquale Manfredi 19° RF morto il 11/11/15 nell' Ospedale da Campo 92 sepolto a Romans tomba 1413 ora è sepolto a Redipuglia 12° gradone loculo 22065."

Vedasi anche famiglia Manfredi a San Marco Argentano.
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