![]() di Vincenzo Serra ![]() Baldassarre Franceschini detto il Volterrano - Lo scherzo del pievano Arlotto, 1640 ca, Palazzo Pitti (immagine tratta da www.uffizi.it)
C'è stato un periodo durante il quale i pesci d'aprile erano sentiti ed attivati ed il primo aprile era una data viva
e tenuta in considerazione, una data che voleva dire essere guardinghi per evitare di essere beffati e di fare la figura
dell'ingenuo e del credulone; di solito si trattava di beffe di poco conto fra amici, come far correre la massaia verso il
pollaio gridando che la volpe stava facendo strage di galline o allarmare l'ortolano riferendogli che il maiale scappato dal
porcile stava distruggendo l'orto.
Era, soprattutto, la giornata dei ragazzi che si ingegnavano per riuscire a raggirare i coetanei fino a farli abboccare nello scherzo progettato, come per esempio nascondere il quaderno di un compagno di scuola facendogli credere di averlo dimenticato a casa o convincere un altro compagno di non andare a scuola perché il maestro aveva un importante incontro con il direttore, oppure far correre a casa un altro ancora per salutare i nonni che erano arrivati con una sorpresa senza che fosse vero. Tuttavia, non sono mancati i casi memorabili. Si parlava di un giovane, che per praticità chiamiamo Ginotto, noto come uno di compagnia, che suonava, cantava ed era sempre il primo a salutare e trovava sempre il momento per scambiare due chiacchiere con tutti; però amava gli scherzi ed il primo di aprile era il suo giorno. E fu proprio in una di queste date che ne combinò un paio. Camminando per la campagna incontra un suo conoscente immerso nei lavori stagionali e subito dopo il cordiale saluto gli comunica che il postino desidera vederlo per consegnargli personalmente una lettera importante. Questa persona viveva in ristrettezze, però aveva dei fratelli e degli zii in America che avevano fatto fortuna ma non avevano dimenticato il parente meno fortunato e di tanto in tanto infilavano nelle lettere dei bigliettoni e forse fu con questa speranza che il poveretto trascurò le proprie attività e si recò in paese per incontrarsi con il portalettere. Vi lascio immaginare la delusione e lo sconforto di questo signore quando scopre che il postino non lo aveva mai cercato; pieno di rabbia e di amarezza va diritto a casa del nostro Ginotto a lamentarsi per il comportamento del giovane con il padre in persona, il quale, dopo occhiatacce e sgridate al figliolo cerca, senza successo, di confortare il poveretto offrendo un bicchiere di vino e invitandolo a mangiare tutti insieme un boccone. Però in quella casa sembrava non esserci pace: era appena uscito l'amico del postino che bussano alla porta ed appena aperto vedono un loro amico con il volto cupo che senza nemmeno chiedere permesso entra e si siede. Lo sconsolato genitore sente aria di lamentela e rivolge lo sguardo verso quel benedetto ragazzo che forse ne ha combinata un'altra, ma con sorpresa vede l'amico seduto scoppiare in una grossa risata e raccontare divertito la sua giornata movimentata dal pesce d'aprile del simpatico Ginotto. Il mattino si erano incontrati e Ginotto gli aveva comunicato che si sarebbe dovuto recare dai suoi genitori che stavano attraversando un momento difficile ed avevano bisogno di lui ed egli appena sentito questo lascia tutto e con apprensione si avvia verso la casa paterna. Giunto sul posto trova persone tranquille ed allegre, che, superata la sorpresa del primo momento, gioiscono per quella venuta improvvisata ma opportuna per festeggiare insieme la inaspettata visita di quel parente da tempo lontano. Raccontato le avventure di quel giorno, l'ospite si intrattiene in famiglia e fra una chiacchierata e l'altra, raccomandando la opportuna segretezza, manifesta l'intenzione, per il prossimo anno, di voler essere lui stesso a preparare un simpatico pesce d'aprile ad un suo amico. Un altro caso di pesce d'aprile ha per protagonista un signore che era scontento del proprio lavoro di bracciante e sognava qualcosa di più importante e di più remunerativo. Un giorno era con un gruppo di amici e alcuni di questi gli riferiscono che un "signorone" aveva bisogno di una persona di fiducia per un compito molto delicato e gli riferiscono anche di aver fatto il suo nome a quel "signorone", il quale aveva espresso la necessità di conoscerlo prima di prendere una decisione. Il nostro uomo, dimenticando di essere al primo di aprile, rispose con entusiasmo e gli amici si mostrarono premurosi e collaborativi o prestandogli dei vestiti adatti per l'occasione o aiutandolo a vestirsi ed ordinarsi nella maniera più conveniente e, per evitargli inopportune sudate o ritardi, lo accompagnarono in calesse dal "signorone", il quale ripresosi dallo stupore iniziale e capito che si trattava di uno scherzo stette al gioco rispondendo che quell'impegno al momento era saltato, ma in futuro sicuramente si sarebbe ricordato di lui. Il nostro amico tornò a casa euforico e pensava di organizzare dei festeggiamenti per la favorevole prospettiva e fu allora che gli amici, preoccupati di caricarlo di spese inutili, si decisero di confessargli la verità; questo avvilì tanto il nostro uomo che per alcune settimane tolse la parola a quei burloni, i quali per farsi perdonare organizzarono essi stessi una festicciola di scuse a base di salsiccia e frutta secca -noci e fichi secchi- con vino e gassosa. Milano, 10 giugno 2025 Vincenzo Serra Vincenzo Serra è nato a San Marco Argentano, dove ha studiato presso il locale Istituto per Ragionieri. I suoi racconti sono puntuali relazioni sulla vita negli anni Cinquanta nelle borgate rurali, frutto di conoscenze dirette e di memorie tramandate da persone più anziane, utili a chi vuole conoscere aspetti culturali e socio-economico a volte sconosciuti. Altri racconti di Vincenzo Serra: I Sanpaulari ... - U furisu - U stagliu - Querce monumento - Carnevale campagnolo |
![]()
LA STORIA LE STORIE
|
RACCONTA LA TUA STORIA
info@lastorialestorie.it
|