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L'ANTISTORIA

MARCO BOEMONDO ALLA CROCIATA- QUARTO EPISODIO

La battaglia di Doryleum 1 luglio 1097, da Wikipedia
Miniatura del XIII secolo, raffigurante La battaglia di Doryleum (da Wikipedia)

Cronaca di una vittoria: Boemondo e i Crociati sconfiggono i Turchi e i loro alleati a Doryleum.

GESTA FRANCORUM - Libro III - cap. IX
In questa parte delle Gesta Francorum, l'anonimo cronista (certamente un monaco al seguito della crociata) racconta l'attacco inaspettato da parte di un'enorme quantità di nemici. Il racconto ha inizio con l'imperatore felice e contento di potersi portare a Costantinopoli i Turchi fatti prigionieri a Nicea dai Crociati, i quali dopo tre giorni si mettono in viaggio. L'esercito per un errore si divide in due tronconi e Boemondo rimasto da solo con la sua gente e i suoi cavalieri all'improvviso vede e sente una turba di Turchi inferociti, che urlanti come diavoli, gli danno addosso. Senza perdersi d'animo dispone che i cavalieri vadano all'attacco e i soldati montino le tende. Giusto il tempo di montarle che una pioggia di lance, giavellotti, frecce piove addosso ai malcapitati: difendersi, attaccare, e di nuovo difendersi per poi attaccare. Donne che portano acqua e incoraggiano. Boemondo da l'ordine ai suoi migliori e fidati cavalieri di dimostrare tutto il loro valore.
Il tempo di rendersi conto da che parte attaccare che una distesa di 'mirmidoni' 1 turchi, arabi, saraceni a perdita d'occhio hanno riempito ogni parte del territorio intorno. I crociati si schierano su due lati confidando nella Santa croce e ... nel bottino di guerra.
Ed ecco il miracolo! appena i cavalieri avanzano 360 mila tra Turchi, Arabi, Agulani e barbari vari si danno alla fuga, cercando di raggiungere il loro accampamento, inseguiti e massacrati senza pietà dai nostri. La loro fuga non si interrompe neppure quando giungono al campo, dove abbandonano tutto ciò che avevano: oro, argento, cavalli, asini, cammelli, pecore, buoi e tante altre cose che il cronista non sa descrivere.
E qui si apre la riflessione religiosa, dopo un combattimento da me liquidato in poche righe, in verità protrattosi cinque ore: "E se Dio non ci avesse aiutati?" dissero tutti guardando i corpi senza vita di Goffredo di Montescaglioso e di Guglielmo di Marchisio fratello di Tancredi e di altri cavalieri e soldati che resteranno senza nome.
Il cronista gioisce -si avverte dal racconto- e chiede ironicamente se c'è qualche dotto o sapiente che abbia mai sentito parlare del valore militare dei Turchi! Li deride: quelli che cercavano di spaventare i Franchi con tutte quelle frecciate!! Poi gli sorge il dubbio: affermano che i loro cavalieri sono al pari dei Franchi? Potrebbero esserlo se fossero saldi nella fede in Cristo, nella Trinità, nel figlio di Dio nato da Madre vergine, deposto, resuscitato e salito al Cielo, dispensatore della grazia dello Spirito Santo, re del Cielo e della terra e allora sì che sarebbero diventati strateghi più potenti dei nostri. Ecco perché hanno perso.
E a ricordo della battaglia il cronista ci mette la data per esteso: era il primo di luglio [dell'anno 1097].


1 Ho preso a prestito il nome dei mitologici guerrieri per accostamento alle formiche

A coloro che temono di perdere un'insostituibile occasione di conoscenze, accumulando migliaia di informazioni inutili, regalo la versione integrale del Libro III - Capitolo IX delle Gesta Francorum, con il vuoto a perdere della mia personale traduzione.


San Marco Argentano, 30 giugno 2023

Paolo Chiaselotti


Il testo latino è reperibile ai seguenti indirizzi:
https://www.thelatinlibrary.com/medieval.html
https://www.documentacatholicaomnia.eu


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