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CIBBIA O CALCINARA?. ![]() Il cosiddetto cibbiunu da Vardara (proprietà Gullo) sotto la chiesa di Santa Maria
Tempo fa il signor Franco Gullo mi informava dell'antica denominazione di una grande vasca circolare (cibbiunu) che
si trovava lungo la strada che conduce da Santa Maria al mulino cosiddetto di mezzo: cibbiunu 'i galera.
Riflettendo su un'analoga costruzione che si trova nella sua proprietà e sul fatto che la funzione di vasca di irrigazione risulta eccessiva per tale scopo e, soprattutto, sul fatto che le vasche erano quasi sempre rettangolari e più basse per consentire anche agli animali di abbeverarsi, mi sono chiesto se quell'enorme manufatto potesse essere in origine una 'carcara' per la calce. Certamente chi ha competenze in materia potrà confermare o smentire quanto sto per dire, ma il dubbio mi è sorto ricordando che il luogo dove sorge la chiesa di Santa Maria era chiamato la "Porterola seu lo calcinaro", come risulta dalla Platea delle Clarisse del 1632. Sono andato a vedere se esistessero delle costruzioni circolari che venivano adibite a fornaci per la preparazione della calce e ho trovato che in effetti esse erano delle vere e proprie torrette circolari con la parte inferiore munita di un'apertura per le operazioni di accensione del fuoco. Nei pressi, ancora oggi c'è una carcara di ben altra natura, ovvero una fornace per la cottura di manufatti d'argilla, ma, come spesso accade, la scelta di luoghi in cui si dovevano svolgere attività che richiedevano una certa distanza dall'abitato, finivano col diventare luoghi destinati a specifiche attività. Il fatto che la zona fosse originariamente abitata da popolazioni considerate marginali, appartenenti, nel caso specifico, ad una o più tribù slave, stanziate sulle pendici del paese e lungo un buon tratto dei fiumi Malosa e Fullone, confermerebbe tale possibilità, ovvero di luoghi destinati ad attività che oggi definiremmo pericolose o insalubri. La definizione che tali popolazioni ebbero nel corso dei secoli si trasformò, infatti, dall'originario tribulisi, indicante un'appartenenza etnico-tribale, in altro che evidenziava la loro situazione precaria e disperata: tribulusi, trivulusi fino ai tribolati che leggiamo su un documento del 1540. Si tratta delle stesse persone che nello stesso documento abitavano il vallone dell'Illire, ovvero un toponimo che ne definiva inequivocabilmente l'origine. Un'indagine più rigorosa potrebbe darci quelle preziose informazioni sulle attività e sui luoghi in cui esse si svolgevano, anche considerando che a monte, nei quartieri 'nobili', si stava formando quel borgo storico di cui oggi andiamo fieri e che senza una o più calcinare non sarebbe mai sorto. Il cibbione di galera poteva avere la stessa funzione o era nato per altra industria, quale ad esempio, quella della fullonica, come suggerirebbe il fiume sottostante, altrimenti detta 'gualchiera', che il nome di 'galera' sembrerebbe confermare. I miei dubbi, certamente, non aiutano a fare chiarezza, ma confido sempre nell'altrui curiosità e competenza, che a quanto mi risulta si stanno via via espandendo, coinvolgendo docenti e studenti di varie scuole. San Marco Argentano, 5 ottobre 2025 Paolo Chiaselotti Note Secondo alcune testimonianze di persone del luogo una "carcara" si trovava sotto il promontorio ove ora sorge la casa di Lanzillotta-Presta. Vedi 'U CIBBIUNU 'I GALERA |
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