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LA STORIA LE STORIE DELL'ARTE.


MADONNA CON BAMBINO, SAN FRANCESCO E SANT'ANTONIO.



MADONNA CON BAMBINO SAN FRANCESCO E SANT'ANTONIO La soprintendenza ai Beni Culturali cataloga il quadro, collocato nella chiesa di Sant'Antonio di Padova a San Marco Argentano, dipinto di autore ignoto del XVIII secolo, con il titolo " Madonna della Misericordia".
La Vergine non è raffigurata secondo la classica iconografia delle Misericordie, ovvero con le braccia aperte, il mantello a protezione dei devoti e senza il Bambino, ma della Virgo Lactans, con un seno scoperto e in grembo, in piedi, il Bambino Gesù. Ai lati della Madonna sono raffigurati San Francesco d'Assisi con la croce e Sant'Antonio di Padova con il giglio. Ai piedi il libro aperto con il teschio e un passo dell'epistola ai Galati (6.14-18), adattato per l'occorrenza alla Regola del francescanesimo: et quicumque hanc regulam secuti fuerunt, pax super illos et misericordia, et super Israel Dei. In basso alcune anime del Purgatorio.

La Vergine volge il suo sguardo verso San Francesco, adorante, in ginocchio alla sua destra, il Bambino verso Sant'Antonio, che a sua volta guarda amorevolmente le anime purganti e quanti osservano il quadro. La raffigurazione dei due santi non presenta particolari diversi rispetto alla iconografia tradizionale, mentre ciò che colpisce è la insolita forma di Lactatio della Vergine nell'atto di far fuoriuscire dal seno alcune gocce. Il particolare è visibile solo attraverso un ingrandimento o un'analisi ravvicinata del dipinto, ma ciò non toglie che committenza e autore abbiano voluto dare un significato preciso, che io interpreto come la trasfusione della divina sapienza nel Santo di Padova.

Le gocce, pur se non visibili, e il seno sono poste all'apice di una linea perpendicolare che tocca le dita della mano protesa verso il libro per terminare su quest'ultimo.
Che Sant'Antonio, oggi dottore della Chiesa, fosse noto ai suoi tempi per la sua cultura religiosa è risaputo, tanto che l'iconografia successiva lo raffigura con il libro su cui siede il Bambino Gesù, eccezionale è invece la sua destinazione della divina lactatio, riservata, per quanto ne sappia, esclusivamente a San Bernardo da Chiaravalle in forma più diretta ed evidente.


Epistola Galati (6.14-18)      LACTATIO MADONNA CON BAMBINO SAN FRANCESCO E SANT'ANTONIO

Nasce, qui, una questione di rilevanza storico religiosa, ovvero i divieti (o, quanto meno, le "raccomandazioni") di raffigurazioni che potessero destare 'scandalo', e tra queste soprattutto le Madonne allattanti, emanati con il Concilio di Trento nel 1563. Certamente, anche dopo tale data, non mancarono esecuzioni pittoriche che continuavano una tradizione antecedente a quella bernardiana, legata alla devozione popolare delle madri, ma si tratta di opere o 'castigate' o modificate negli aspetti più vistosi, mediante coperture con veli e parziali o integrali modificazioni.
Il fatto che a San Marco Argentano si fosse 'osato' tanto e si fosse conservato un quadro che contrastava con le norme imposte dal Concilio, è, a mio modesto parere, un fatto rilevante che mi induce ad ipotizzare l'esistenza di un affresco da cui il pittore possa aver attinto personaggi e azione. Del resto nella stessa chiesa esiste una Madonna allattante, residuo di un affresco purtroppo alterato da un restauro sconsiderato. L'affresco faceva parte della originaria struttura della chiesa e non è escluso che, oltre ad essa e ad un Sant'Antonio con il Sequereri in mano, vi fossero altri affreschi.

L'attuale parroco della parrocchia di San Giovanni Battista, di cui la chiesa oggi fa parte, don Angelo Longo, mi faceva notare che la sagoma superiore del quadro corrisponde esattamente alla forma della nicchia dietro l'altare, nell'area riservata al coro, ove si trova il crocifisso ligneo attribuito alla scuola di padre Umile da Petralia.
La tela veniva posta a copertura del Cristo nell'ultima domenica di Quaresima, ma io non escluderei che per il soggetto trattato, che rappresenta il fondamento della chiesa francescana e la sua dedicazione al Santo di Padova, essa potesse essere stata progettata proprio per una sua destinazione in quella nicchia. L'esecuzione e la sua collocazione avvennero a seguito dei rifacimenti in stile barocco voluti dal priore del tempo, padre Anselmo da Mottafollone, nella seconda metà del XVIII secolo.
L'assenza di particolari riferibili ad una committenza votiva (salvo che siano le anime del Purgatorio), fa supporre che il quadro sia stato commissionato direttamente dai Minori del convento, proprietari della chiesa.
Da un punto di vista stilistico la tela è di mediocre fattura, con un'accentuazione eccessiva di alcune fisicità e di alcune tonalità accese che fanno supporre un intervento successivo. Da un punto di vista compositivo i volti della Madonna e dell'angelo, pressocchè uguali, e la collocazione di quest'ultimo riducono la centralità della Vergine. La parte sottostante delle anime nel Purgatorio appare quasi inserita in un secondo tempo e del tutto estranea alla sacra rappresentazione. Può darsi che il titolo con cui il dipinto è stato catalogato sia stato ricavato da queste figure e da una approssimativa lettura del testo scritto sul libro aperto.


San Marco Argentano, 4 maggio 2023

Paolo Chiaselotti





"ANTISTORIA", "ARTE", "GENEALOGIE" e "ACCADDE OGGI" sono rubriche curate da Paolo Chiaselotti
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