Il primo grazie va a Guido Primiero che per la presente opera, al tempo della sua prima stesura, mi ha fornito il titolo e lo spunto iniziale e che, insieme all'amico Raffaele Perrone, mi ha spinto ed esortato a scriverla, assillandomi fino a quando non mi sono deciso ad accontentarli.

Tenendo conto della presentazione in vernacolo della vicenda narrata e vista anche la sua particolare collocazione temporale, ho dovuto prestare particolare attenzione al corretto aspetto della forma lessicale adoperata. Ciò è potuto avvenire avendo curato in modo particolare principalmente due aspetti della questione: la ricerca della terminologia adeguata e la sua corretta trasposizione grafica, al fine di ottenere una resa fonetica la più corrispondente possibile alla realtà.

Per poter quindi dare soddisfazione a questi due imperativi categorici, ho dovuto "pescare" nella memoria antica (e qui il grazie più sentito va ai miei genitori, in particolare a mia madre), tutti quei termini dialettali che erano propri della nostra, ristretta, realtà contadina nel periodo storico considerato (in pratica a cavallo delle due Grandi Guerre Mondiali del secolo scorso) e che ormai da tempo sono caduti nell'oblio della desuetudine, essendo collegati a filo doppio ad una realtà e ad un contesto socio-culturale, al giorno d'oggi, del tutto anacronistici.

In secondo luogo, la ricerca della miglior resa fonetica dei termini usati, non esistendo ancora per essi una qualunque trasposizione scritta ufficialmente riconosciuta,anche e soprattutto perché espressione e testimonianza linguistica di un territorio molto limitato, mi ha portato ad una interpretazione del tema del tutto personale, della quale, nel bene e nel male, mi assumo la piena responsabilità!
Il risultato che ne è scaturito dovrebbe dare un'idea di talune espressioni di quella lingua che, decenni fa, era il "parlato" quotidiano dei nostri genitori e nonni, segnatamente su di una parte del territorio di San Marco Argentano.

Un ulteriore ringraziamento va all'Associazione A.I.S.P.A., con sede a Pianette di Santa Caterina Albanese, che, molto simpaticamente, ha letteralmente "adottato" quest'opera e, in special modo nella persona del Dr. Giovanni Tarsitano e del suo gruppo teatrale, si sta adoperando per la sua messa in scena.

Infine un grazie molto particolare va al Prof. Paolo Chiaselotti, persona garbata e squisita, nonché scintillante faro culturale di San Marco Argentano, il quale molto generosamente mi ha elargito preziosi consigli, seguendo i quali ho potuto "sfrondare" questo mio scritto eliminandovi quegli inutili bizantinismi ortografici che ne appesantivano la lettura e che si è alacremente adoperato affinché il presente lavoro potesse essere legittimamente ascritto al patrimonio culturale e lessicale del suo territorio d'appartenenza.

Pianette, ventiquattro di luglio del duemiladiciassette